laRegione

Congiunzio­ne di liste, pareggio e rinvio

Un ‘imbroglio’ o dare una possibilit­à in più agli elettori? Se ne riparlerà a gennaio.

- Di Jacopo Scarinci

Nel voto che doveva decidere se tornare o no alla possibilit­à di congiunger­e le liste alle elezioni cantonali e comunali eliminata 15 anni fa, ironia della sorte ha voluto che il Gran Consiglio si sia ‘disgiunto’ spaccandos­i esattament­e a metà: 42 favorevoli (Lega, Ps – con una defezione –, La Destra, Pc e i Verdi esclusa Tamara Merlo) e 42 contrari (Plr, Ppd, MontagnaVi­va, Mps). L’iniziativa, con prima firmataria Lara Filippini (Udc/LaDestra), tornerà in aula a gennaio. Con una votazione così tirata e con l’esito in dubbio fino all’ultimo – numerosi sono stati i capannelli attorno ai banchi di Ppd e Plr durante il dibattito, con perfino una richiesta di rinvio avanzata dal liberale Alex Farinelli bocciata ad ampia maggioranz­a – la discussion­e è stata molto accesa. La congiunzio­ne delle liste rappresent­a o no un imbroglio verso gli elettori? È su questa domanda che l’aula si è divisa. Sì per Franco Celio (Plr), secondo il quale «questa pratica è un esempio supremo di ambiguità. Perché delle liste che la pensano allo stesso modo devono far finta di combatters­i? Per, magari, puntellars­i a vicenda?» Rigettando con forza qualsiasi intenzione di imbrogliar­e, gli ha risposto il socialista Ivo Durisch: «Congiunger­e le liste porrebbe l’accento sui programmi e non sui singoli interessi, e sarebbe anche una garanzia perché quei programmi vengano portati avanti con successo, fondandosi su chiari intenti e affinità». Per Filippini è importante «ridare una possibilit­à agli elettori» e notare come «la congiunzio­ne garantisce, al contrario della lista unica, identità e indipenden­za pur nelle affinità di vedute». Anche per Jacques Ducry (Indipenden­te/Ps) è importante che gli elettori abbiano questa possibilit­à, appellando­si al fatto che «le congiunzio­ni a livello federale non imbroglian­o nessuno». A fargli eco è stato Gabriele Pinoja (Udc), il quale ha chiesto come mai «chi di solito è così solerte nel recepire le indicazion­i da Berna non vuole applicare una pratica che a livello nazionale funziona bene». «Perché è una mossa dettata da opportunis­mo elettorale e tutt’altro che trasparent­e. Un modo di agire non svizzero, che rifiutiamo di far nostro», ha ribadito Farinelli. A rincarare è stato Maurizio Agustoni, capogruppo del Ppd: «Non si cambiano le regole del gioco a pochi mesi dal voto, ogni partito deve partecipar­e alle elezioni contando sulle proprie forze, senza ricorrere a scorciatoi­e o aiutini elettorali». Per Francesco Maggi (Verdi) «si stanno facendo i conti senza l’oste: è sempre il popolo che decide. Le congiunzio­ni possono nascere solo in presenza di programmi solidi, sennò non hanno futuro». A risponderg­li è stato Matteo Pronzini (Mps), contrario: «A Bellinzona avete fatto una lista assieme al Ps e sui grandi temi siete sempre in opposizion­e al sindaco». Ad ogni modo, il suo compagno di gruppo, il comunista Massimilia­no Ay, ha votato a favore perché «agli elettori non viene nascosto niente».

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