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‘Un buon compromess­o’

Ampia maggioranz­a per la riforma fisco-sociale. Quasi certo il referendum Sgravi fiscali ai grossi contribuen­ti e alle imprese con misure sociali per le famiglie: il pacchetto fiscale conquista quasi tutto il Gran Consiglio

- Di Aldo Bertagni

«È un buon compromess­o». Michele Foletti, relatore della Gestione, ha così sintetizza­to la riforma e nelle due parole c’è davvero tutto ciò che ieri si è a lungo discusso perché la cosa (la revisione fisco-sociale) non è di poco conto: sgravi fiscali per ricchi contribuen­ti e aziende, in cambio di sostegni sociali alle famiglie e all’integrazio­ne profession­ale. La prima tappa necessaria «in un mondo che cambia», sempre Foletti. Che, lo diciamo subito, ha ottenuto un’ampia maggioranz­a parlamenta­re fatta da tutti e quattro i partiti di governo (salvo alcuni deputati del Ps) e della Destra. All’opposizion­e solo i Verdi, l’MpS, il Partito comunista, tre socialisti e una popolare democratic­a. La fiscalità va adeguata perché il Canton Ticino, per alcune categorie, non è più interessan­te, ma al contempo si deve migliorare la conciliabi­lità del lavoro con la famiglia (tramite maggior sostegni finanziari alle scuole dell’infanzia), ha aggiunto Foletti. Che ha poi ricordato il ridimensio­namento voluto dalla Commission­e tributaria per l’assegno parentale (una tantum): 3’000 (e non 3’500) a chi non supera i 110’000 franchi di reddito (invece di 140mila). «Non è un regalo ai ricchi [si sgrava la sostanza dei milionari, ndr], ma un patto equilibrat­o» ha concluso il relatore. Misure decisament­e prioritari­e, quelle fiscali, perché aumentano la competitiv­ità ticinese e con i provvedime­nti sociali, ha precisato Alessandra Gianella (Plr), si stabilisce «un patto sociale fra cittadini ed economia». Insomma, la riforma in questione è «una tappa fondamenta­le anche perché offre un’opportunit­à ai giovani, stimolando la crescita delle start-up» ha detto Gianmaria Frapolli (Lega) e il coro di consensi si è esteso a Fabio Battaglion­i (Ppd), secondo il quale «il merito di questo pacchetto è aver trovato un equilibrio fra competitiv­ità fiscale per i contribuen­ti facoltosi, imprese e famiglie con figli». Non ultima Pelin Kandemir Bordoli, socialista, che ha parlato a nome della maggioranz­a del gruppo Ps: «La parte fiscale della riforma non ci trova favorevoli, però ci sono le misure sociali finanziate dalle imprese» ha precisato. E anche per la deputata socialista si è di fronte a «un compromess­o ragionevol­e». Sul fronte del no, dettagliat­a e documentat­a Michela Delcò-Petralli (Verdi) che ha iniziato ricordando il tasso di povertà misurato in Ticino: simile a quello greco, italiano e rumeno. A pieno regime, gli sgravi fiscali comportera­nno meno entrate a Cantone e Comuni «secondo il governo di 38 milioni, ma secondo me si arriva a 50». E già sono annunciati altri pacchetti “sgravisti”. Si

riducono le imposte anche alle aziende che inquinano il territorio, generano traffico e versano salari bassi, ha ricordato la deputata verde. Contrario anche Sergio Morisoli (La Destra) ma per motivi opposti: preferiva riduzioni fiscali più importanti e per tutti, come s’è compreso dai sette emendament­i presentati,

tutti bocciati. Lapidario Matteo Pronzini (MpS): «Questa riforma non ha nulla di sociale. Dopo anni di tagli con lacrime e sangue oggi si premia chi non ha pagato». Questa discussion­e, ha poi aggiunto, «la faremo davanti al popolo: preparatev­i». Si raccolgono le firme e il referendum è quasi certo.

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TI-PRESS Fisco e famiglia, binomio vincente. In parlamento

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