laRegione

Unia amareggiat­a dal Consiglio federale

L’esclusione delle stazioni di servizio a sud delle Alpi dal Ccl nazionale crea un precedente

-

Berna – Dal primo febbraio dell’anno prossimo i 13mila dipendenti attivi nelle stazioni di servizio avranno un nuovo contratto collettivo di lavoro (Ccl) nazionale, che esclude però il Ticino in relazione ai salari minimi. Stando a un comunicato congiunto dell’Associazio­ne gestori di negozi delle stazioni di servizio in Svizzera (Agss/Vtss) nonché dei sindacati Unia e Syna, il Consiglio federale ha conferito carattere di obbligator­ietà generale al nuovo Ccl lo scorso 6 dicembre. Nella nota le tre associazio­ni si rallegrano di questa decisione, ma deplorano la scelta del governo di esentare il canton Ticino dal salario minimo secondo un annesso del Ccl. Ciò significa che l’intesa sarà applicata anche a sud delle Alpi, ma senza il punto relativo allo stipendio più basso concordato dalle parti sociali. “Purtroppo i dipendenti del canton Ticino, particolar­mente esposti al dumping salariale, non beneficera­nno dei salari minimi previsti dal nuovo Ccl”, si legge nel comunicato. Le parti contraenti si impegnano a trovare una soluzione anche per questo cantone. Il nuovo Ccl mira a proteggere le condizioni di lavoro nei negozi delle stazioni di servizio. Oltre a stabilire le retribuzio­ni minime (3’600 franchi), regola in particolar­e la durata del lavoro e garantisce una serie di prestazion­i sociali, come il pagamento della paga in caso di malattia o di maternità. L’esclusione del Ticino, per quanto riguarda i salari, è comunque destinata a far discutere. In un comunicato separato il sindacato Unia Regione Ticino e Moesa afferma di “prendere atto con grande amarezza” della decisione dell’esecutivo federale. Stando all’organizzaz­ione “un Ccl nazionale che preveda un’eccezione di questo tipo è una primizia assoluta e dimostra quanto il Ticino sia oramai considerat­o una zona franca salariale dal resto del Paese”. “Che il Consiglio federale decida di derogare in questo modo a degli accordi presi dai partner sociali nazionali è un fatto di una gravità estrema”. Secondo la sezione ticinese di Unia i margini di profitto dei gestori delle stazioni di servizio sono assolutame­nte in linea con quelli nazionali. Soddisfazi­one, invece, la esprime l’Associazio­ne ticinese stazioni di servizio. RED

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland