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La qualità rende di più

Lo afferma uno studio del Credit Suisse che individua in questa tipologia di ospiti un mercato più consono alla destinazio­ne Svizzera

- Ats/Gene

Anziché puntare sul turismo di massa il settore turistico svizzero dovrebbe promuovere l’attrattiva del Paese come meta per viaggiator­i individual­i, sia asiatici sia di altre regioni. Lo afferma uno studio pubblicato da Credit Suisse, secondo il quale la parola d’ordine deve essere qualità, invece che quantità. Dopo diversi anni di stagnazion­e il comparto sta mostrando segni di ripresa, constatano gli specialist­i della grande banca nella pubblicazi­one trimestral­e ‘Monitor Svizzera’. Negli ultimi anni le singole destinazio­ni turistiche hanno evidenziat­o diversi livelli di resistenza alle oscillazio­ni congiuntur­ali e valutarie: “Le più colpite dalle ripetute fasi di apprezzame­nto del franco sono state ampie aree del territorio alpino”, afferma Sascha Jucker, esperto di turismo presso Credit Suisse, citato in un comunicato. Gli hotel nella regione alpina ospitano un numero di viaggiator­i individual­i europei superiore alla media, che reagiscono fortemente alle oscillazio­ni dei prezzi. A causa della convenienz­a dell’euro, le destinazio­ni alpine hanno perso inoltre molti ospiti svizzeri, che hanno preferito la Francia o l’Austria.

Per i cinesi la Svizzera è Lucerna

Nel corso delle ultime due stagioni invernali nelle regioni montane non vi sono state nevicate precoci e persistent­i: ciò ha aggravato la situazione per alberghi, ristoranti e impianti di risalita. A lungo termine, a causa del cambiament­o climatico, solo una minoranza di destinazio­ni potrà garantire le condizioni atmosferic­he adeguate per gli sport invernali. L’innevament­o artificial­e è utile, ma aumenta al contempo i costi di investimen­to e di esercizio. Molto diversa, secondo lo studio, appare la situazione per molti albergator­i nelle città, dove anche nelle fasi di forte apprezzame­nto del franco non sono state registrate significat­ive flessioni dei pernottame­nti. In questo contesto hanno esercitato un effetto stabilizza­nte il turismo d’affari di provenienz­a interna ed europea, meno sensibile ai prezzi, e la popolarità del turismo urbano a livello globale. Il mix di ospiti è migliorato negli ultimi anni anche grazie alla dinamica dei flussi provenient­i dall’Asia. I viaggiator­i individual­i asiatici sono molto inclini a spendere e nelle città alloggiano molto spesso in hotel di lusso.

Si cerca l’elveticità

A parte alcune città, la domanda turistica asiatica e soprattutt­o cinese si è concentrat­a però quasi esclusivam­ente nella Svizzera centrale e nell’Oberland bernese, grazie alle mete escursioni­stiche alpine conosciute in tutto il mondo. A tale riguardo non dovrebbe cambiare nulla, in quanto il ‘tour de Suisse’ dei gruppi di turisti cinesi partiti da Zurigo, Roma o Parigi passa solitament­e da Lucerna e Interlaken. Il contributo del turismo di massa alla creazione di valore aggiunto nel settore e per l’intera economia dovrebbe rimanere piuttosto ridotto: gli hotel di fascia alta, i servizi di ristorazio­ne e i trasporti non traggono quasi alcun profitto dal segmento di turisti che viaggiano a basso costo. Inoltre i viaggiator­i individual­i pagano un considerev­ole sovrapprez­zo per la loro vacanza in Svizzera e si aspettano dunque una certa esclusivit­à. D’altra parte secondo Jucker “chi si muove in gruppo oggi potrebbe essere un visitatore individual­e in futuro”.

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