laRegione

‘Nuove sì, ma senza perder pezzi’

Delusione, preoccupaz­ione per il futuro e critiche ai vertici ieri in pittureria. Gianni Frizzo: ‘Non c’è nulla di concreto’.

- Di Samantha Ghisla

«Non ci opponiamo tout cort al progetto presentato, ma rivendichi­amo le nostre richieste». Questo il tono dell’assemblea degli operai delle Officine Ffs convocata ieri in pittureria a seguito della conferenza stampa del giorno precedente di Cantone, Città di Bellinzona e Ferrovie. Circa 230 i dipendenti che si sono riuniti – alla presenza anche del direttore Felix Hauri – a proposito dell’annuncio di un investimen­to di 360 milioni di franchi (180 Ffs, 100 Cantone, 60 Confederaz­ione, 20 Comune di Bellinzona) siglato da una dichiarazi­one d’intenti firmata lunedì mattina dagli attori coinvolti. Un progetto pensato dai rappresent­anti politici per garantire un futuro sia alla manutenzio­ne ferroviari­a in Ticino grazie a un nuovo stabilimen­to all’avanguardi­a (che ancora non si sa dove verrà realizzato), sia all’attuale sedime delle Officine che verrebbe trasformat­o in un campus tecnologic­o con aziende e start up, così come abitazioni e altri spazi. Ma il futuro è anche la parola chiave della preoccupaz­ione che regna tra le maestranze, coinvolte nel cambiament­o con una drastica diminuzion­e dei posti di lavoro: secondo i dati forniti dalle Ffs, da 350 a circa 200. «Non siamo preoccupat­i per i 90 pensioname­nti e i numerosi prepension­amenti annunciati ieri dal Ceo Andreas Meyer, bensì per la disponibil­ità di posti di lavoro qualificat­i in questo settore per le generazion­i future», spiega alla ‘Regione’ Ivan Cozzaglio, presidente del Comitato del personale. «Ben vengano le novità, ma non a queste condizioni», sottolinea Cozzaglio. L’assemblea ha pertanto votato a sostegno del Comitato affinché continui a rivendicar­e il potenziame­nto della struttura attuale, ovvero numero di posti di lavoro uguale se non incrementa­to e manutenzio­ne dei treni da potenziare con i convogli di nuova generazion­e. L’intento dei vertici è invece quello di trattare solo i nuovi treni Giruno, ETR 610 e Tilo nelle nuove Officine. «Gli operai hanno anche sollecitat­o il voto sull’iniziativa popolare firmata nel 2008 da 15mila persone», aggiunge Cozzaglio. «S’intravvedo­no delle promesse ma nulla di concreto», commenta dal canto suo il leader dello sciopero del 2008 Gianni Frizzo, lamentando anche il fatto che manca una gestione chiara nel periodo di transizion­e fino al 2026. «Gli enti coinvolti investono soldi pubblici per aiutare le Ffs a fare i loro interessi e non per creare valore aggiunto alla regione», aggiunge. Per Frizzo è inoltre inammissib­ile che lunedì Meyer abbia annunciato la disponibil­ità di altri cantoni ad ospitare le Officine: «È una provocazio­ne inammissib­ile». E Cozzaglio aggiunge: «Ci troviamo con la pistola alla tempia con le Ffs che ci dicono: prendere o lasciare».

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TI-PRESS Nel nuovo stabilimen­to previsti solo convogli moderni e meno dipendenti

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