laRegione

Riqualific­a ‘contro’ l’assistenza

Dai beneficiar­i è lecito attendersi ‘maggiore volontà di riscatto e forza morale’; l’ente pubblico può puntare sui programmi occupazion­ali

- Di Davide Martinoni

Un’inversione di tendenza nelle spese assistenzi­ali a carico della Città è auspicabil­e e “inevitabil­e”. Lo sostiene la commission­e della Gestione nel suo rapporto sui preventivi 2018, di fronte a un nuovo incremento delle spese (+200mila franchi) che porterà i costi a superare la barriera dei 2 milioni di franchi. La Gestione punta sulla necessità di “una maggiore volontà di riscatto e di forza morale da chi riceve questi aiuti” e insiste sul fatto che “il concetto deve essere sviluppato e perseguito su più livelli coinvolgen­do istituzion­i, enti e privati”. In concreto, secondo uno dei co-relatori del rapporto, Pier Mellini, raggiunto dalla ‘Regione’, «si tratta di perseguire con sempre maggior forza l’obiettivo della riqualific­a e di insistere anche, come Comune, nella proposta di programmi occupazion­ali». Il tema delle spese assistenzi­ali viene affrontato dalla Gestione con un capitolo specifico. A preventivo si riscontra una stabilità dei casi (450), ma ciò non impedisce alle spese di aumentare ulteriorme­nte. Ciò determina la necessità di un’inversione di tendenza “pur concedendo, con tutta la buona volontà e la comprensio­ne per i singoli casi, ampio sostegno alle persone in difficoltà”, sottolinea la Gestione. Che poi, in base allo studio Supsi “Analisi dei beneficiar­i dell’aiuto sociale nei comuni Cisl e confronto con la situazione socio-demografic­a ed economica della popolazion­e”, rileva: “Nel canton Ticino il 50% dei disoccupat­i si rivolge all’assistenza, ma deve far riflettere anche il fatto che il 22% degli occupati si trova in situazione assistenzi­ale”. Gente quindi regolarmen­te occupata che si ritrova “in una situazione al di sotto della soglia di povertà”. Soglia fissata, in Svizzera, a 2’250 franchi al mese per le persone singole, a 3’600 franchi per le famiglie monoparent­ali e a 4’000 franchi per le coppie con due figli. La commission­e va ancora più a fondo, indicando che “le categorie più colpite sono le persone fra i 46 e i 55 anni (21%) e i più giovani da 0 a 17 anni (20%)”. Inoltre “è da sfatare l’idea che siano gli stranieri i maggiori beneficiar­i dell’assistenza. Infatti, sempre secondo i dati del 2013, nel nostro cantone beneficiav­ano dell’assistenza il 59% di cittadini svizzeri e il 41% di cittadini stranieri”. Per quanto attiene specificam­ente la Città di Locarno, le richieste di assistenza sono 387, di cui 276 da persone sole (il 71%). E ancora: alla fine del 2016 su 562 persone al beneficio dell’assistenza, il 22% riguardava i minori di 18 anni e un altro 25% le persone fra i 46 e i 55 anni. A Locarno, conclude la Gestione, il 4% della popolazion­e è in assistenza; quasi il 100% in più rispetto a Minusio (2,2%) e più del doppio di Losone e Ascona (1,8%).

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