Riqualifica ‘contro’ l’assistenza
Dai beneficiari è lecito attendersi ‘maggiore volontà di riscatto e forza morale’; l’ente pubblico può puntare sui programmi occupazionali
Un’inversione di tendenza nelle spese assistenziali a carico della Città è auspicabile e “inevitabile”. Lo sostiene la commissione della Gestione nel suo rapporto sui preventivi 2018, di fronte a un nuovo incremento delle spese (+200mila franchi) che porterà i costi a superare la barriera dei 2 milioni di franchi. La Gestione punta sulla necessità di “una maggiore volontà di riscatto e di forza morale da chi riceve questi aiuti” e insiste sul fatto che “il concetto deve essere sviluppato e perseguito su più livelli coinvolgendo istituzioni, enti e privati”. In concreto, secondo uno dei co-relatori del rapporto, Pier Mellini, raggiunto dalla ‘Regione’, «si tratta di perseguire con sempre maggior forza l’obiettivo della riqualifica e di insistere anche, come Comune, nella proposta di programmi occupazionali». Il tema delle spese assistenziali viene affrontato dalla Gestione con un capitolo specifico. A preventivo si riscontra una stabilità dei casi (450), ma ciò non impedisce alle spese di aumentare ulteriormente. Ciò determina la necessità di un’inversione di tendenza “pur concedendo, con tutta la buona volontà e la comprensione per i singoli casi, ampio sostegno alle persone in difficoltà”, sottolinea la Gestione. Che poi, in base allo studio Supsi “Analisi dei beneficiari dell’aiuto sociale nei comuni Cisl e confronto con la situazione socio-demografica ed economica della popolazione”, rileva: “Nel canton Ticino il 50% dei disoccupati si rivolge all’assistenza, ma deve far riflettere anche il fatto che il 22% degli occupati si trova in situazione assistenziale”. Gente quindi regolarmente occupata che si ritrova “in una situazione al di sotto della soglia di povertà”. Soglia fissata, in Svizzera, a 2’250 franchi al mese per le persone singole, a 3’600 franchi per le famiglie monoparentali e a 4’000 franchi per le coppie con due figli. La commissione va ancora più a fondo, indicando che “le categorie più colpite sono le persone fra i 46 e i 55 anni (21%) e i più giovani da 0 a 17 anni (20%)”. Inoltre “è da sfatare l’idea che siano gli stranieri i maggiori beneficiari dell’assistenza. Infatti, sempre secondo i dati del 2013, nel nostro cantone beneficiavano dell’assistenza il 59% di cittadini svizzeri e il 41% di cittadini stranieri”. Per quanto attiene specificamente la Città di Locarno, le richieste di assistenza sono 387, di cui 276 da persone sole (il 71%). E ancora: alla fine del 2016 su 562 persone al beneficio dell’assistenza, il 22% riguardava i minori di 18 anni e un altro 25% le persone fra i 46 e i 55 anni. A Locarno, conclude la Gestione, il 4% della popolazione è in assistenza; quasi il 100% in più rispetto a Minusio (2,2%) e più del doppio di Losone e Ascona (1,8%).