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Un’andata… andata bene

Avvio positivo per le ticinesi del basket. La squadra da battere è l’Olympic, il Boncourt la sorpresa. Bene gli arbitri.

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Facciamo un bilancio del girone d’andata per cercare di capire cosa potrà capitare in quello di ritorno. Anche perché, con i mutamenti intervenut­i ancora nelle ultime settimane in particolar­e a Ginevra, Neuchâtel, Boncourt e Winterthur, alcuni pesi si potrebbero spostare sulla bilancia. Prima però un giusto riconoscim­ento agli arbitri, perché in questi primi undici turni hanno diretto mediamente da discreto a bene, senza troppi squilibri nel contesto del match e con valutazion­i in sintonia col gioco espresso, con errori minimi e praticamen­te ininfluent­i. Speriamo che duri, ma il segnale non è male. Veniamo alle singole squadre, partendo dalle nostre. I Tigers sono secondi, con due sconfitte certamente evitabili. A Basilea al debutto, giostrando senza gioco di squadra e sbagliando l’impossibil­e, e a Massagno smettendo di giocare e di difendere a cinque minuti dalla fine, avanti di 10 punti. Hanno vinto alla grande contro Olympic e con Ginevra in casa, e hanno sbancato sia Monthey sia Neuchâtel, due terreni ostici. Contro le altre, hanno rischiato poco e sempre per sufficienz­a. Petit ha gli uomini contati, ma sta svolgendo un ottimo lavoro sui singoli e sulla squadra, dosando le forze e cercando di lavorare anche sulla testa di alcuni. La crescita di Rambo ne è un esempio, ma non è il solo, vale anche per Carey, Mussongo e Molteni. La Sam viaggia nei quartieri alti a lei sconosciut­i da una vita: maturità dei giovani, scelte oculate degli stranieri, l’ingaggio di Aw, la conferma di “Brain” Magnani su standard alti e il ritorno in panchina di un Gubitosa decisament­e più tosto e dinamico rispetto al passato hanno permesso questa crescita al netto degli infortuni. Senza un paio di partite gettate al vento, come per esempio contro il Boncourt, staremmo a parlare di qualche punto in più. Il quinto posto può essere migliorato, sempre che si faccia lo sforzo di confermare Ongwae e che ci sia una crescita anche in attacco, perché non si possono sempre tenere gli avversari attorno ai 70 punti. L’Olympic ha perso solo contro il Lugano l’ultima gara: una squadra solida, ben gestita e con una varietà di possibilit­à che non tutte hanno. Sarà la squadra da battere anche nei prossimi mesi. Del- le altre favorite, Ginevra (18 punti), Neuchâtel (14) e Monthey (8) sono dove devono essere, anche perché le vicissitud­ini societarie (Monthey) e i continui cambi di giocatori (tutte e tre) ne hanno minato la regolarità di rendimento. Vedremo, una volta assestate, che succederà e soprattutt­o se Monthey uscirà dalla crisi. La sorpresa è il Boncourt, forte dell’asse Brown-Williams, mentre le altre sono in sintonia con le loro forze economiche e non. Chiudono Winterthur, spesso a un niente dalla vittoria e quindi in attesa di riscatto, e Riviera, che paga un salto di categoria non sostenuto da una giusta qualità negli stranieri. Ma va bene anche così, l’importante e che si possa continuare con 12 squadre e che nessuna getti mai la spugna: per crescere si passa anche dalle sconfitte.

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TI-PRESS/GIANINAZZI Rambo e compagni sono stati gli unici a domare il Friborgo

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