Oltre la “Repubblica dell’iperbole”
Dopo la lettera di Fiorenzo Dadò alla popolazione ticinese, la definizione del nostro Cantone quale “Repubblica dell’iperbole” appare ormai inadeguata per difetto. Vittimismo sfrenato, pesanti accuse a 360 gradi e un pizzico di intimidazione nei confronti dei media. In due pagine di testo troviamo così le seguenti espressioni: “campagna d’odio e disinformazione”, “atteggiamento irresponsabile”, “strategia della calunnia”, “manipolazione della realtà”, “aggressione mediatica”, “clima di terrore”, “accanimento mediatico fuori da ogni misura”, “gogna che fa vomitare”, “isteria e istinti forcaioli insopportabili”, “mobbing”, “giustizialismo più feroce e più irrazionale”, “odio e cattiveria”. È sufficiente? No, ci voleva anche la frasetta volgare. E così veniamo a saper che “della ricerca della verità, nuda e cruda, non importa più una beata mazza a nessuno”. Non basta più nemmeno citare Totò. Come diceva Benigni “qui si va oltre”. Davvero mi aspettavo - mi aspetto! qualcosa di più civile, equilibrato e intelligente da parte di un Presidente di un partito di Governo.
Giovanni Lepori, Terre di Pedemonte
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