Bassa Leventina, poker per Officine
Dalla bassa Leventina l’invito a Ffs e Cantone affinché colgano l’occasione di rilanciare l’ex Monteforno e l’intera regione. Interpellate le ditte vicine: espressi entusiasmo e adesione.
Il comparto ex Monteforno ‘è l’unico scenario ragionevole’ per insediare le nuove Officine che le Ffs intendono realizzare in Ticino. Lo sostengono i 4 Comuni presentando il loro studio.
«Quanti metri quadrati necessitano le Ffs per realizzare la nuova Officina di manutenzione? Sostengono centomila. Ebbene, nel comparto dell’ex Monteforno a Bodio-Giornico ci sono. E sono già pianificati come industriali. Abbiamo interpellato le ditte presenti e si sono dette entusiaste nell’immaginare l’arrivo del nuovo stabilimento. Con alcune abbiamo accennato all’eventualità di spostamenti interni per agevolarlo, e non abbiamo trovato preclusione. Mentre con altre potremmo già discutere di un’eventuale cessione dei terreni, laddove non interessino più ai proprietari. E lo stesso Comune di Biasca, che pure si è detto interessato a ospitare le nuove Officine, ha mostrato interesse per la nostra proposta, in ottica sinergica fra le due zone industriali. Quello che nei giorni scorsi abbiamo inviato alle Ffs e sottoposto al Consiglio di Stato incontrandolo è, a nostro avviso, l’unico scenario ragionevole per il Ticino. Perché, senza voler contrastare altre candidature come quella di Castione, contribuirebbe a rilanciare il cuore industriale delle Tre Valli che tanto ha dato nei decenni alla popolazione, ma che dopo la chiusura della Monteforno, 22 anni fa, ha perso velocità». Può essere riassunta così l’esposizione della candidatura della bassa Leventina a ospitare il futuro stabilimento delle Ferrovie, fatta ieri a Bodio dal sindaco Stefano Imelli affiancato dai colleghi di Giornico (vicesindaco Renato Scheurer), Pollegio (municipale Michele Guerra) e Personico (sindaco Emilio Cristina), nonché dalla Commissione regionale dei trasporti. Il tutto completato da un’analisi di opportunità commissionata allo studio Bonalumi Ferrari Partner Sa di Giubiasco e alla società di consulenze economiche Tiresia Sa di Savosa. Cristina ha ribadito che «qui c’è un riscontro pratico a varie problematiche», come due accessi ferroviari già esistenti e il nuovo svincolo autostradale previsto con la realizzazione del vicino Centro di controllo dei Tir da parte dell’Ufficio federale delle strade (Ustra). «Inoltre i terreni costano meno che altrove e l’acquisizione sarebbe per le Ffs meno onerosa». Tutto ciò fa dire «che gli scogli sono meno marcati che altrove». Scheurer ha rimarcato che la maggioranza dell’ex Monteforno si trova sul territorio giurisdizionale di Giornico, «ma la soluzione viene proposta dai quattro Comuni compatti». I quali confidano di poterla discutere presto con le Ferrovie, mentre dal canto suo il CdS si è felicitato per l’iniziativa senza tuttavia sbilanciarsi.
‘Non è una guerra territoriale’
«Con questa proposta – annotano Imelli e Guerra – non intendiamo essere da intralcio ad altre candidature né avviare una guerra territoriale. Vogliamo contribuire a dare una chance in più al mantenimento delle Officine in Ticino», visto che le Ffs non hanno negato come un’eventuale offerta proveniente da Ol-
tralpe potrebbe venire presa in considerazione. L’economista Roberto Stoppa (di Tiresia Sa) rifacendosi al Piano direttore cantonale e al modello territoriale integrato CittàTicino, ha ribadito la necessità di evitare l’esclusione delle aree
geograficamente situate ai margini: «Bisogna lavorare a un riequilibrio interno e a una coesione armoniosa fra agglomerati e spazi funzionali». L’ingegner Massimo Ferrari ha infine esposto i dettagli delle superfici che sarebbero più facilmente disponibili, a cominciare dai 35mila metri quadrati che le Ail Sa di Lugano sarebbero disposte a vendere. Cui si aggiungerebbero terreni già di proprietà delle Ffs, e un’area di riserva dell’Ustra confinante col previsto Centro Tir.