Ventuno neogiornalisti
Con la consegna del diploma «vi affidiamo un atto di responsabilità». Quasi un passaggio di testimone fra un collega navigato qual è Gianni Gaggini, giornalista Rsi e presidente del Corso di giornalismo della Svizzera italiana, e i ventuno neodiplomati 2017 al corso biennale che ogni due anni si svolge in Ticino. Responsabilità nell’iniziare un mestiere complicato in una società complessa «dove sfugge il ruolo del giornalismo». Ma soprattutto, un atto di responsabilità nella consapevolezza che «il clima professionale si è fatto molto difficile, anche per gli attacchi violenti contro alcuni di noi» ha aggiunto Gaggini ieri mattina a Bellinzona nell’aula del parlamento dove si è svolta la cerimonia. E responsabilità, ha ripreso il filo Manuele Bertoli, presidente del governo e direttore del Decs, fa rima con qualità che è fatta di «competenze e risorse proprie». Il presidente del Consiglio di Stato ha quindi invitato i neogiornalisti a combattere l’autocensura, «una bestia difficile del vostro lavoro». E se è vero, come ha ricordato Monica Piffaretti, presidente della Commissione d’esame, che «la buona informazione non può essere gratis», è altresì assodato che «la credibilità [per il giornalista, ndr] è l’unico elemento che genera indipendenza» come ha rilanciato Aldo Sofia, direttore del Corso. Ma ecco l’elenco dei neodiplomati, fra i quali i colleghi de ‘laRegione’ Jacopo Scarinci e Dino Stevanovic. Come questi ultimi hanno conseguito la “patente” Alessia Bergamaschi, Raffaela Brignoni, Elizabeth Camozzi, Ivan Campari, Barbara Camplani, Sarah Ferraro, Erica Lanzi, Nadia Lischer, Camilla Luzzani, Laura Milani, Marija Milanovic, Chiara Nacaroglu, Barbara Raveglia, Roberta Rinaldi, Martina Salvini, Federico Storni, Giorgia von Niederhäusern, Alessia Wyttenbach e Igor Zellweger.