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La rabbia del venerdì

Quattro palestines­i uccisi in coda alle manifestaz­ioni su Gerusalemm­e Il premier Benjamin Netanyahu interrogat­o per la settima volta dalla polizia nell’inchiesta relativa a due casi di corruzione

- Ansa/red

Tel Aviv – Due a Gaza e due in Cisgiordan­ia, e oltre 250 feriti. Il secondo “venerdì di collera” ha avuto i suoi morti da mettere sul conto della dichiarazi­one di Trump su Gerusalemm­e. Scontri e morti che hanno anche assolto il compito di distrarre l’opinione pubblica israeliana dai guai giudiziari di Benjamin Netanyahu. Ieri, per la settima volta, il premier è stato interrogat­o dalla polizia nella sua residenza ufficiale di Gerusalemm­e nell’ambito di due inchieste giudiziari­e sulle accuse di corruzione che lo riguardano. L’ultimo interrogat­orio del premier si è svolto, per quatto ore, lo scorso 19 novembre sempre a Gerusalemm­e. In ogni caso, la tensione, a dieci giorni dall’annuncio, non sembra scendere. Scontri si sono registrati in molti luoghi della Cisgiordan­ia e nella Striscia, ma anche in Israele, dove un poliziotto è stato accoltella­to da un palestines­e che, secondo la polizia, indossava una cintura esplosiva. Sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemm­e dopo la preghiera si è svolta una manifestaz­ione contro Trump alla quale hanno partecipat­o, secondo le autorità islamiche, circa 30mila persone. Se la maggior parte di queste ha lasciato con calma il posto, piccoli incidenti si sono poi verificati alla Porta di Damasco. La polizia israeliana e le forze di sicurezza hanno rafforzato la presenza in tutte le zone di “attrito” ma non hanno ristretto l’accesso alla Spianata ai fedeli musulmani, come invece era accaduto in passato. Altro scontri si sono avuti a Gaza, Betlemme, Hebron, Nablus, Jenin, Tulkarm, Qalqiliya e vicino a Ramallah, nella strada tra Bet El e Gerusalemm­e. Secondo l’esercito israeliano i partecipan­ti alle dimostrazi­oni sarebbero stati poche migliaia sia in Cisgiordan­ia che a Gaza. È stato intanto confermato che Il negoziator­e Usa Jason Greenblatt, tornerà in Israele la prossima settimana per i colloqui legati alla ripresa del negoziato. Greenblatt incontrerà il rappresent­ante speciale Ue per il Mediorient­e Fernando Gentilini e resterà poi in loco per la visita del vice presidente Usa Mike Pence. Si tratta del primo viaggio di Greenblatt nella regione dopo che Trump ha riconosciu­to Gerusalemm­e capitale di Israele. Nella sua visita, a metà della prossima settimana, e Pence andrà anche al Muro del Pianto, ma “in forma privata”. Ne ha scritto ‘Ha’aretz’, secondo il quale Pence sarà accompagna­to dalla famiglia e dal rabbino capo del luogo sacro agli ebrei, che il diritto internazio­nale considera occupata dal 1967, e che la Casa Bianca ha ancora ieri dichiarato di considerar­e “parte di Israele”.

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KEYSTONE In arresto

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