L’ultima fatica del Lugano
Oggi a Thun i bianconeri chiudono una prima parte di stagione che li avrà visti disputare la bellezza di 29 partite
A differenza di Ercole, che le sue dodici fatiche le ha dovute affrontare per espiare il fatto di essersi reso colpevole della morte della sua famiglia, il Lugano le sue 29 non le ha dovute fronteggiare per una colpa. Anzi, paradossalmente per un merito, quello di essersi qualificato per la fase a gironi di Europa League e di aver raggiunto i quarti di finale in Coppa Svizzera. E come se non bastasse, ci si è messa pure la Swiss Football League, che a causa dei Mondiali del prossimo giugno, ha deciso di far disputare la prima partita del girone di ritorno ancora nel 2017. Così oggi a Thun, i bianconeri disputeranno la loro 29ª partita da luglio (mentre per il loro avversario sarà la 23ª). Una cifra impressionante se si pensa che in tutta la scorsa stagione, i ticinesi di gare ne hanno disputate solo dieci in più. «Secondo me ci sarebbe stato lo spazio per disputare questa partita anche dopo la pausa, ma i vertici del nostro calcio hanno voluto così – afferma Pier Tami –. Non so quali altre squadre in Europa, a questo punto della stagione, abbiano giocato così tante partite. Proprio alla luce di questo, sono estremamente soddisfatto che gli infortunati si contino sulle dita di una mano (Piccinocchi, Crnigoj e Jozinovic, ndr). È stato fatto un grande lavoro, stiamo bene di gamba e di testa. E spero per tutti – ambiente, società e tifosi – che questo lavoro venga premiato a Thun con i tre punti». Per Sabbatini e compagni sarà però tutt’altro che facile intascare la posta piena sul sintetico della Stockhorn Arena, perché come sottolinea il tecnico bianconero, «il Thun è la peggior squadra che potevamo incontrare in questo momento, perché da quando hanno cambiato sistema di gioco hanno ottenuto due vittorie strameritate. Contro lo Young Boys (successo 3-1, seguito dal 3-2 a Sion, ndr) non hanno praticamente concesso occasioni agli avversari. Nelle due precedenti partite contro i bernesi, abbiamo giocato meglio di loro: abbiamo vinto 4-1 a Cornaredo e pareggiato 1-1 in trasferta, in una partita però in cui avevamo avuto la possibilità di andare sul 2-0 in almeno due occasioni. Ma oggi il Thun è un po’ diverso, è passato al 3-5-2, è una squadra molto compatta, di grande forza nei duelli e fisicamente. Oltretutto bisogna tener
conto che giochiamo su un terreno sintetico e questo cambia molto, anche la gestualità tecnica. Loro hanno un dosaggio del passaggio più consono, noi ad esempio tendiamo a calciare la palla troppo forte. Le squadre che giocano e si allenano sul sintetico traggono sempre vantaggio da questo. Per cui potremo batterli, proveremo a fare risultato, ma ci servirà una grande prestazione».
Segnano in tanti, ma poco
Una grande prestazione e magari qualche gol, merce rara dalle parti di Cornaredo in una prima parte di stagione in cui i sottocenerini in campionato viaggiano con una media di un gol a partita e ben quattro giocatori (Mariani, Junior, Sabbatini e Gerndt) si dividono il titolo di cannoniere della squadra, ma con solo tre reti a testa (in Super League, mentre considerando anche le Coppe il più prolifico è Junior con 7 realizzazioni)... «Il gol l’abbiamo trovato con più interpreti e lo abbiamo cercato in più modi, sulle palle ferme e in situazioni diverse. È vero che se avessimo un giocatore da doppia cifra, l’80 per cento dei problemi sarebbero risolti. Tante volte siamo stati superiori sul piano del gioco, abbiamo tirato più dell’avversario e siamo stati più presenti in area di rigore: ma alla fine contano le reti. Anche con il Losanna, è vero che un po’ di sfiga l’abbiamo avuta colpendo tre pali, ma non possiamo sempre attaccarci alla sfortuna. Dobbiamo essere ancora più precisi e determinati. Le uniche statistiche che contano sono i punti e i gol fatti. E in quest’ultima siamo insufficienti, abbiamo migliorato i risultati, perché abbiamo diminuito i gol incassati». A proposito di Losanna, contro i vodesi al Lugano non è stato concesso un rigore e c’è chi parla di sudditanza psicologica degli arbitri... «È più evidente nei cartellini gialli, ma non è una novità...».