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BOTTA E RISPOSTA CON PIER TAMI

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Culina può tornare quello di prima?

«Non lo so, la risposta ce l’ha solo lui. È più una questione di testa che fisica. Ha avuto delle ricadute che lo hanno portato ad avere timori e dubbi, ad allarmarsi ogniqualvo­lta che succede qualcosa, anche se il ginocchio è a posto. Nel Lugano di Zeman ha cominciato a segnare quando ha potuto avere continuità, cosa che oggi non ha. Si è provato a dargliela, ma se le sue prestazion­i sono soddisface­nti per la sua condizione, mi manca Culina al tiro e in area di rigore. Deve ancora fare un po’ di strada».

Non ti fa arrabbiare vedere Bottani che fatica a essere decisivo con continuità?

«Se non si arrabbia lui… E lo dovrebbe fare, perché ha tante doti e qualità e forse dovrebbe darsi delle risposte su certe cose. Altri prima di me hanno provato a farglielo capire. Ho conosciuto giocatori talentuosi che mettevano al centro della loro vita il lavoro in modo totale, che erano competitiv­i al massimo anche in allenament­o e che volevano fare sempre di più, perché non basta allenarsi bene due ore al giorno. Alcuni “consumano” l’allenament­o, fanno tutto con grande impegno, ma non vanno oltre. Bottani da questo punto di vista è po’ minimalist­a ed è un peccato, ma forse anche una fortuna, perché altrimenti non sarebbe qui. Attenzione però, non sto assolutame­nte dicendo che è un lazzarone, ma fa le cose che deve fare e forse gli manca quel volume di gioco che nel calcio moderno, soprattutt­o in quella posizione, è fondamenta­le. Giocatori come Robben e Ribéry fanno su e giù per 90 minuti, lui oggi non ci riesce, ma secondo me potrebbe».

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