Officine: come è possibile credere in questo azzardo?
L’attesa conferenza stampa sul futuro delle Officine si è svolta ed ora – si era detto nell’ultima seduta di Cc di Bellinzona – si può iniziare il dibattito (politico e non) sulla scorta di dati precisi. A dire il vero, malgrado i tentativi del Sindaco di Bellinzona e dei Consiglieri di Stato Vitta e Zali di rassicurare sulla bontà del progetto, si intravedono ancora molti interrogativi e perplessità. Certo è, che se prima della conferenza stampa nessuno dei contendenti aveva manifestamente il coltello dalla parte del manico, ora lo si è consegnato ampiamente alle Ffs. Queste, sono arrivate in Ticino in tempo di saldi e se ne sono andati con lo sconto sul numero dei posti di lavoro, sull’impegno di dare autonomia operativa alle Officine (posti e autonomia che le Ffs si erano impegnate a mantenere, rispettivamente aumentare) e con tanto di impegno dei nostri rappresentanti che i due Legislativi coinvolti assegnino loro crediti per 120 milioni ed indici di sfruttamento decenti per poter monetizzare al meglio il terreno ricevuto in regalo oltre 100 anni fa. Certo è che i 360 milioni, che si vogliono far passare come un investimento delle Ffs (quasi fosse un regalo che ci fanno in cambio!), ce li paghiamo quasi tutti noi Ticinesi. Ci viene chiesto di metterci moneta sonante in tempi dove dobbia- mo fare tagli e ci viene chiesto di mettere altro terreno (100’000 mq di famoso “prato verde”), quando stiamo cercando di bloccare l’estensione dell’edificazione. Tutto ciò con la presunta fiducia che questo investimento possa rendere in futuro. Più che un’opportunità, non si può non pensare che sia un azzardo, in tempi dove i rendimenti dell’economia sono veramente precari (non a caso gli “istituzionali” investono nel mattone). Perché ci si dovrebbe fidare di questo progetto, quando le persone che lo sostengono a spada tratta, sono le stesse che hanno firmato il progetto del 2013 e lo hanno “rottamato” affermando che è ormai sorpassato? Perché mai queste stesse persone debbano ora essere certe che questo progetto sarà ancora valido fra 4 anni, quando non sono riusciti a prevedere che il progetto del 2013 aveva una data di scadenza? Che l’evoluzione, improvvisamente, si debba fermare? È indispensabile che i Cittadini Ticinesi e Bellinzonesi si pongano domande e discutano su questo progetto. A maggior ragione debbe porsi domande chi li rappresenta nei rispettivi Legislativi, chiamati in pochissimo tempo a “trarre il dado”. Un’occasione preziosa è l’assemblea pubblica indetta per oggi sabato 16 dicembre alle 17.30 in Pittureria.