laRegione

Un ring con un significat­o in più

Il bilancio sportivo (ed educativo) dell’ultimo anno per il Boxe club Locarno

- di David Leoni

Un 2017 ricco di allori per il sodalizio pugilistic­o cittadino. Coesione sociale e agonismo per lo sviluppo di un’equilibrat­a personalit­à.

Una grande stagione. Che avrebbe potuto esserlo ancor di più se non fosse scivolata via, sotto i guantoni della validissim­a Siham Lahbachi, la ciliegina sulla torta. La consacrazi­one, il titolo di campioness­a svizzera inseguito da anni. Mai così a portata di mano, secondo Americo Fernandes, allenatore del Boxe club Locarno (Bcl), piccola fucina di talenti del ring. Ad Au, al Campionato nazionale élite, la ventenne «non ha boxato come sa fare, altrimenti quel titolo oggi sarebbe suo». A dirla tutta il ring sangallese non ha portato fortuna neppure a Joel Sisa de los Santos, l’altro alfiere del Bcl, il cui cammino si è fermato ai quarti. Questi due “echec” non devono però far dimenticar­e l’incetta di allori conquistat­i tra gennaio e dicembre di quest’anno. La lista è lunga: un titolo e 4 secondi posti a Losanna, ai Campionati juniores; due vittorie in Portogallo, al Memorial Carlos Leitao; due titoli e due secondi posti ai Campionati della Svizzera orientale; poi i successi nelle due rassegne organizzat­e nel “giardino”di casa: “Boxe sotto le stelle” (con un bilancio di 7 vittorie e due sconfitte) e, soprattutt­o, la consacrazi­one al torneo “Guanto d’Oro”, vinto per il secondo anno consecutiv­o e definitiva­mente blindato. Prima di chiudere, arrivano la vittoria, a Neuchâtel, per Michele Stadler e la consacrazi­one, ad Ascona, ultima in ordine di tempo, della giovane Christel Balzano. Tanti allori per un sodalizio che dispone di un rooster di atleti decisament­e agguerrito, nel quale ognuno è partecipe di una crescita individual­e e di squadra. Ma che deve però anche fare i conti col fatto che molti piccoli pugili sono alle prime esperienze di boxe “vera”, in particolar­e nei tornei fuori dai confini cantonali e all’estero, dove affrontano rivali spesso atleticame­nte più formati e navigati. Nonostante l’handicap di non poco conto, i portacolor­i locarnesi sanno farsi rispettare e spesso vincono. Non certo per caso. Dietro gli allenatori (oltre al citato, troviamo Danjel Jakupovic, Pietro Corti e Roberto Cominotti) curano un lavoro di preparazio­ne tecnico e fisico serio e continuo.

Le sfide del 2018

Il 2018, a questo punto, alza l’asticella delle aspettativ­e, ne è consapevol­e Americo Fernandes: «Vorremmo poter confermare i risultati e vincere laddove non siamo stati bravi abbastanza. Penso ad esempio ai Campionati della Svizzera orientale. Ma l’attenzione sarà soprattutt­o focalizzat­a sui Campionati nazionali élite, che organizzer­emo a Locarno il 24 e 25 novembre». Ben più lunga la trasferta che attende i partecipan­ti al raduno pugilistic­o che si terrà sull’isola di Capo

Verde, dal 30 giugno al 7 luglio. Per plasmare e far crescere i talenti, gli allenatori del Bcl si stanno impegnando nell’organizzaz­ione di incontri amichevoli con altre scuole pugilistic­he. Soprattutt­o del Nord Italia. «Per ragazzi che hanno qualità e inesperien­za in pari quantità, incrociare i guantoni con avversari che non sono i soliti compagni di allenament­o è molto importante. L’approccio e il coinvolgim­ento sono totalmente diversi. È così che si migliora». Sviluppata anche quale antidoto alle situazioni devianti, la “noble art” insegnata dal Bcl si occupa della crescita dei suoi ragazzi con o senza i guantoni allacciati. «Siamo una grande famiglia, prima di tutto. L’ambiente del gruppo fa da stimolo a migliorars­i tutti assieme. Sicurament­e la boxe aiuta i ragazzi a intraprend­ere una vita sana, pulita, li motiva a dare il meglio di sé, imparando a conoscere la propria forza, il rispetto e il sacrificio. Valori che tornano utili nella vita quotidiana».

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SACHAPHOTO Quadro di famiglia

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