‘Un referente interculturale per Locarno’
Una mozione chiede di istituire la nuova figura a favore dei bimbi alloglotti
Introdurre la figura del “referente interculturale comunale” per la Città di Locarno. È quanto chiede una mozione presentata nei giorni scorsi e sottoscritta dal gruppo Ps (primi firmatari Pier Mellini e Pietro Snider), assieme ad alcuni esponenti di altri gruppi (Ppd, Plr e Verdi). Negli intendimenti, la persona che assumerà la funzione sarà a disposizione dei bambini alloglotti in arrivo a Locarno e delle loro famiglie o dei rappresentanti legali. Stando ai mozionanti dovrà essere “una figura di riferimento stabile su cui poter fare affidamento, che funga da supporto in particolare durante il periodo d’inserimento scolastico dei bimbi e più in generale della famiglia nella nuova realtà e che abbia il compito di attivare e mettere in rete le risorse disponibili sul territorio al fine di agevolare attivamente e da subito l’inserimento di queste famiglie e soprattutto di questi bambini alloglotti nel nostro tessuto scolastico, sociale e culturale, favorendone così l’integrazione”. La proposta, sottolineano i mozionanti è in linea con quanto previsto dalla Confederazione in tema di integrazione. Inoltre, in ambito scolastico, il Cantone già prevede corsi di lingua italiana e attività d’integrazione che permettono di far fronte in buona parte alle necessità di base. A Locarno il numero di alunni alloglotti nelle elementari è costante (da undici a quattordici); cambia però la tipologia. Infatti alcuni sono in fuga dalle barbarie del loro Paese e provengono da Eritrea o Siria. “Hanno quindi un background culturale molto diverso dal nostro. Possiedono un basso livello di scolarizzazione, hanno vissuto o subito violenze di ogni genere e si portano dentro traumi che possono compromettere l’apprendimento e ostacolare il processo d’integrazione”. Il Referente interculturale comunale fungerà da punto di riferimento, da collante per tutti gli attori coinvolti nell’inserimento dei bambini alloglotti e delle loro famiglie: i bambini stessi, i genitori o i rappresentanti legali, le autorità comunali e cantonali, la direzione scolastica, i docenti titolari, i docenti di lingua e integrazione e gli altri enti coinvolti, “occupandosi di metterli in relazione tra loro, attivando e coordinando in maniera mirata le risorse già disponibili sul territorio e massimizzandone così l’efficacia”. Infine: “Dovrà, se possibile, operare in una sede fissa nei pressi delle scuole comunali al fine di agevolare in modo particolare l’introduzione scolastica dei bambini alloglotti, collaborando da vicino con il docente di lingua e integrazione e aiutando i docenti titolari a trovare gli strumenti più opportuni per gestire le differenti situazioni. Dovrà occuparsi dell’accoglienza e dell’integrazione di tutti i bambini alloglotti e delle rispettive famiglie giunti su territorio comunale – o su territorio intercomunale, qualora si decidesse di coinvolgere nel progetto altri comuni della regione –, dando ai nuovi arrivati sicurezza, stabilità e prevedibilità”.