Prima i dubbi, poi otto pappine
Lugano – Spesso le apparenze traggono in inganno. E se ingannano i due gol fulminei del Lugano in avvio, segnati da Walker e Lapierre in soli trentacinque secondi (tra il al 2’57’’ e il 3’28’’), siccome nel primo periodo a farsi preferire sono soprattutto gli ospiti, altrettanto si può dire del parziale di 2-2 al termine del periodo introduttivo. Un risultato che fa venire il mal di stomaco al pubblico della Resega, siccome nessuno ha scordato come andò a finire l’ultimo Lugano-Friborgo, un mesetto prima. Invece no. Stavolta l’epilogo è diverso. Totalmente. Con i bianconeri che, schiacciati nel loro terzo ancora all’inizio del periodo di mezzo, da lì in poi sembrano rinascere. Con le smorfie di prima che si trasformano in ampi sorrisi. Per un Lugano che per l’ultima volta va in pista senza Lajunen (e la sua assenza si fa sentire) e trascinato dal solito, imprendibile Hofmann (autore di due gol uno più bello dell’altro), che nell’occasione divide la gloria con parecchia altra gente: da Vauclair (un gol meritatissimo, il suo) a Bürgler, da Brunner – pur se non finirà la partita per una bastonata alla mano che, tuttavia, non desta preoccupazioni – a Bertaggia. E l’attaccante ticinese, alla ricerca del gol addirittura da 26 partite, chiude il confronto con una rete e due assist, oltre al premio di più bravo tra i suoi. Che è il migliore degli incoraggiamenti. C.S.