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Cinque mesi tutti d’un fiato

Da luglio i bianconeri hanno disputato 29,5 partite, comprese quelle dell’esigente Europa. Tami: ‘Bilancio posiitvo’.

- di Sebastiano Storelli

Arrivederc­i all’8 gennaio. Al rientro dalla vittoriosa trasferta di Thun, Pier Tami ha proceduto al “rompete le righe” per una pausa che giunge come il cacio sui maccheroni, dopo 29 partite e mezza (quella sospesa con il San Gallo) in appena cinque mesi. Un tour de force dal quale il Lugano è uscito a testa alta, entro i patri confini, come nella sognata (e per certi versi temuta) avventura continenta­le... «L’avevo detto sin dall’inizio, i punti interrogat­ivi attorno a questa squadra erano molti perché i nuovi arrivi andavano integrati, spesso in corso d’opera, mentre il gruppo doveva imparare a giocare ogni tre giorni. Alla luce dell’esperienza vissuta mi ritengo soddisfatt­o di quanto fatto e dei risultati raccolti. È vero, le prestazion­i offerte avrebbero meritato qualche punto in più, ma gli episodi non ce l’hanno concesso. Comunque, ciò che abbiamo conquistat­o ce lo siamo meritato, proponendo un calcio interessan­te». Tra i meriti di questo Lugano c’è pure il fatto di essere riuscito a superare la profonda crisi di settembre e ottobre... «Un momento di difficoltà nato da un carico di impegni che non ci consentiva più di gestire la situazione, dal profilo nervoso prima ancora che da quello fisico. Si poteva intervenir­e in modo diverso? Forse sì, forse no. A mio modo di vedere era importante acquisire l’esperienza necessaria per affrontare un ruolo diverso e ritmi diversi. Non c’era la possibilit­à di allenare, per cui si è dovuto lavorare in maniera non usuale, ciò che ha scombussol­ato le abitudini, trascinand­oci su un terreno di difficoltà. E non è stato, lo ripeto, un problema fisico, perché per chi ha giocato l’Europa League è stata paradossal­mente allenante, anche grazie allo staff che ha saputo limitare al minimo gli infortuni». Con una vera prima punta, questo Lugano potrebbe permetters­i

un girone di ritorno di tutta tranquilli­tà... «Penso che, sulla base di quanto mostrato in questi primi cinque mesi, la squadra possieda tutte le caratteris­tiche per centrare la salvezza. Si è molto parlato dell’attaccante, forse perché il Lugano è stato abituato a una punta in grado di andare in doppia cifra con facilità. È però vero – e i numeri lo confermano – che dal punto di vista realizzati­vo ancora non ci siamo. Le occasioni, però, non mancano mai e lo abbiamo dimostrato ancora sabato a Thun, quando dopo il gol del vantaggio l’avremmo potuta mettere in cassaforte con largo anticipo». Ti aspetti qualcosa dal mercato invernale? «Sono d’accordo con il

presidente. Bisogna soprattutt­o sfoltire, perché molti ragazzi con poco tempo di gioco hanno bisogno di scendere in campo con regolarità. La società ha però confermato di non essere intenziona­ta ad indebolire la rosa, per cui le eventuali partenze dovrebbero essere limitate a coloro i quali hanno sin qui trovato poco spazio. Per quanto riguarda la punta, credo che il presidente sia attento al mercato, ma a me interessa avere un giocatore a disposizio­ne soltanto se può garantire la famosa doppia cifra. So benissimo che non si tratta di un compito facile, per cui lascio ampia libertà alla società. D’altro canto, sono contento della rosa a disposizio­ne: il

mio compito sarà di lavorare ancora meglio per cercare, con gli elementi attualment­e in gruppo, di trovare una maggiore efficacia sottoporta». Il momento più difficile è coinciso con le dure esternazio­ni del presidente dopo la trasferta a Pilzen... «L’aspetto più problemati­co non è stato di certo il rapporto con il presidente. Le difficoltà sono arrivate dal dover assemblare una squadra modificata in alcuni pezzi importanti, mutare il modulo e inserire i nuovi arrivati, il tutto senza avere a disposizio­ne il tempo necessario e nemmeno le amichevoli che spesso permettono di testare questa o quella soluzione».

Renzetti pronto a vendere

Tutto è bene quel che finisce bene e il Lugano può andare in vacanza con il cuore leggero. Anche se qualche punto interrogat­ivo l’hanno lasciato le parole del presidente Angelo Renzetti, il quale ai microfoni della Rsi ha ribadito di essere pronto a cedere la società al termine della stagione... «È l’ultima cosa che vorrei fare, ma da solo non posso più andare avanti. Perciò, se non avrò qualche sostegno sarò costretto a vedere. Trattative con un gruppo se- rio sono in corso da un paio di mesi...». Chi ha a cuore il futuro del Lugano, insomma, è tempo che si faccia avanti...

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TI-PRESS/PUTZU Le soddisfazi­oni non sono mancate, come la prima vittoria in Europa dal lontano 2002-03

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