Cinque mesi tutti d’un fiato
Da luglio i bianconeri hanno disputato 29,5 partite, comprese quelle dell’esigente Europa. Tami: ‘Bilancio posiitvo’.
Arrivederci all’8 gennaio. Al rientro dalla vittoriosa trasferta di Thun, Pier Tami ha proceduto al “rompete le righe” per una pausa che giunge come il cacio sui maccheroni, dopo 29 partite e mezza (quella sospesa con il San Gallo) in appena cinque mesi. Un tour de force dal quale il Lugano è uscito a testa alta, entro i patri confini, come nella sognata (e per certi versi temuta) avventura continentale... «L’avevo detto sin dall’inizio, i punti interrogativi attorno a questa squadra erano molti perché i nuovi arrivi andavano integrati, spesso in corso d’opera, mentre il gruppo doveva imparare a giocare ogni tre giorni. Alla luce dell’esperienza vissuta mi ritengo soddisfatto di quanto fatto e dei risultati raccolti. È vero, le prestazioni offerte avrebbero meritato qualche punto in più, ma gli episodi non ce l’hanno concesso. Comunque, ciò che abbiamo conquistato ce lo siamo meritato, proponendo un calcio interessante». Tra i meriti di questo Lugano c’è pure il fatto di essere riuscito a superare la profonda crisi di settembre e ottobre... «Un momento di difficoltà nato da un carico di impegni che non ci consentiva più di gestire la situazione, dal profilo nervoso prima ancora che da quello fisico. Si poteva intervenire in modo diverso? Forse sì, forse no. A mio modo di vedere era importante acquisire l’esperienza necessaria per affrontare un ruolo diverso e ritmi diversi. Non c’era la possibilità di allenare, per cui si è dovuto lavorare in maniera non usuale, ciò che ha scombussolato le abitudini, trascinandoci su un terreno di difficoltà. E non è stato, lo ripeto, un problema fisico, perché per chi ha giocato l’Europa League è stata paradossalmente allenante, anche grazie allo staff che ha saputo limitare al minimo gli infortuni». Con una vera prima punta, questo Lugano potrebbe permettersi
un girone di ritorno di tutta tranquillità... «Penso che, sulla base di quanto mostrato in questi primi cinque mesi, la squadra possieda tutte le caratteristiche per centrare la salvezza. Si è molto parlato dell’attaccante, forse perché il Lugano è stato abituato a una punta in grado di andare in doppia cifra con facilità. È però vero – e i numeri lo confermano – che dal punto di vista realizzativo ancora non ci siamo. Le occasioni, però, non mancano mai e lo abbiamo dimostrato ancora sabato a Thun, quando dopo il gol del vantaggio l’avremmo potuta mettere in cassaforte con largo anticipo». Ti aspetti qualcosa dal mercato invernale? «Sono d’accordo con il
presidente. Bisogna soprattutto sfoltire, perché molti ragazzi con poco tempo di gioco hanno bisogno di scendere in campo con regolarità. La società ha però confermato di non essere intenzionata ad indebolire la rosa, per cui le eventuali partenze dovrebbero essere limitate a coloro i quali hanno sin qui trovato poco spazio. Per quanto riguarda la punta, credo che il presidente sia attento al mercato, ma a me interessa avere un giocatore a disposizione soltanto se può garantire la famosa doppia cifra. So benissimo che non si tratta di un compito facile, per cui lascio ampia libertà alla società. D’altro canto, sono contento della rosa a disposizione: il
mio compito sarà di lavorare ancora meglio per cercare, con gli elementi attualmente in gruppo, di trovare una maggiore efficacia sottoporta». Il momento più difficile è coinciso con le dure esternazioni del presidente dopo la trasferta a Pilzen... «L’aspetto più problematico non è stato di certo il rapporto con il presidente. Le difficoltà sono arrivate dal dover assemblare una squadra modificata in alcuni pezzi importanti, mutare il modulo e inserire i nuovi arrivati, il tutto senza avere a disposizione il tempo necessario e nemmeno le amichevoli che spesso permettono di testare questa o quella soluzione».
Renzetti pronto a vendere
Tutto è bene quel che finisce bene e il Lugano può andare in vacanza con il cuore leggero. Anche se qualche punto interrogativo l’hanno lasciato le parole del presidente Angelo Renzetti, il quale ai microfoni della Rsi ha ribadito di essere pronto a cedere la società al termine della stagione... «È l’ultima cosa che vorrei fare, ma da solo non posso più andare avanti. Perciò, se non avrò qualche sostegno sarò costretto a vedere. Trattative con un gruppo se- rio sono in corso da un paio di mesi...». Chi ha a cuore il futuro del Lugano, insomma, è tempo che si faccia avanti...