Un bilancio positivo, ma questo gruppo può fare meglio
Ventidue punti in diciannove giornate in Super League (+5 sull’ultima e -5 dalla zona europea), nove punti in sei impegni di Europa League (ne sarebbe servito uno in più per accedere ai 16esimi di finale), i rigori a negare l’accesso alle semifinali di Coppa Svizzera. Numeri alla mano, la seconda metà del 2017 è stata positiva. Nelle due stagioni precedenti in Super League mai il Lugano aveva raccolto 22 punti in 19 partite. Eppure, analizzandoli un po’ più in profondità, questi stessi numeri danno l’idea di un progetto ancora incompiuto. Questo Lugano, insomma, avrebbe potuto fare addirittura meglio. Certo, il numero elevato di partite disputate (29,5 compresa la mezza con il San Gallo), al quale nessuno in società era abituato, ha contribuito a cali di forma fisica e mentale che hanno portato a inevitabili perdite di punti, ma rimane il rammarico per una crisi a metà percorso durata forse un po’ troppo, per un attacco che risulta essere il peggiore dell’intera Super League (20 reti, tre in meno di Lucerna e Sion) e per un “mal di Cornaredo” che ha fruttato appena due vittorie e un pareggio tra le mura amiche, ciò che fa del Lugano la squadra con il peggior rendimento casalingo (ma con la miglior resa in trasferta, a pari merito con Basilea e Young Boys, 15 punti). Con una fase primaverile della stagione fatta di sole 17 partite, questo Lugano dovrebbe ulteriormente migliorare il rendimento, in particolare se dovesse riuscire a scovare sul mercato invernale quella punta che gli ha fatto tremendamente difetto nel corso dei primi cinque mesi. Certo, gli attaccanti di valore non cadono giù dagli alberi, ma c’è da sperare che, oltre alle necessarie partenze per una rosa sovradimensionata per sole 17 partite, vi sia anche solo un innesto. Perché un vero uomo d’area potrebbe permettere di sfruttare in modo migliore le qualità di Gerndt, Bottani o Junior, finora spesso costretti dalle necessità (in particolare lo svedese) a compiti che non hanno nelle corde. E allora sì che questo Lugano, oltre a centrare la terza salvezza consecutiva, potrebbe sperare di lottare per quell’Europa troppo spesso temuta, ma la cui assenza inizia già a farsi sentire...