Filosofia del regalo
Tempo di doni, manifestazione di altruismo e di cura disinteressata verso l’altro. Quando non riciclato o fatto tanto per fare, perché quella del regalo giusto è più un’arte che una scienza. Nella speranza che l’illuminazione arrivi prima di Natale, alcun
Visti oggi, i Magi appaiono come tre signori sì gentili, ma attempati e un tantino singolari, che forse non hanno proprio in chiaro che cosa potrebbe piacere a un bambino. Eppure, i loro doni – archetipo dei regali che ancora ci scambiamo – non sembrano rientrare nelle categorie moderne del regalo: classico, improvvisato, riciclato, standard, fatto in casa e/o con quel che c’è a portata di mano, utile, inutile; eventualmente, originale, ma neanche troppo. Di certo, oro, incenso e mirra – con il loro valore simbolico: regalità, divinità, sacrificio – sono tre doni “pensati”; forse non proprio a misura di bambino, ma a misura di quel bambino. Infatti ancora oggi ce li ricordiamo, essi (stando al Vangelo di Matteo) ci dicono qualcosa di essenziale su chi li ha ricevuti. Non rappresentano solo il prototipo del regalo di Natale, ma del “regalo giusto”; quello che tutti vorrebbero fare, e soprattutto ricevere. A ben vedere, quello dello scambio dei regali è uno dei rituali più alti concepiti dalla nostra civiltà. Con un regalo si può dar prova di altruismo, di sensibilità, di una cura disinteressata verso l’altro; gli si può dimostrare di dedicargli con dedizione un po’ del nostro tempo, di considerarlo e magari capirlo, di avere a cuore la sua felicità (o almeno i suoi gusti), di vederlo per ciò che è davvero (o almeno provarci). Messa in questi termini, il regalo interessato e quello riciclato, quello fatto tanto per, quello infido e quello affidato ad amiche mamme o sorelle, si configurano come un oltraggio alla nostra cultura. Gli altri incidenti di percorso, riconducibili alla trasversale categoria filosofico-consumistica del “regalo sbagliato”, sono più o meno innocenti conseguenze del fatto che siamo tendenzialmente egocentrici, che se pure non ce ne sbattiamo apertamente del prossimo, non abbiamo tempo né energie da dedicargli, e spesso non lo vediamo, non lo capiamo e magari non lo consideriamo neanche più di tanto. Fatto sta che la mortificazione del regalo di Natale – al di là della sua deriva turbo- consumistica, per cui più spendi e più fai contento l’altro (e fai bella figura tu) – è che per cercarlo ci si riduce quasi sempre all’ultimo. Il “regalo giusto”, dalle sue altezze, non contempla obblighi e scadenze di sorta, è un’idea che dovrebbe costantemente e silenziosamente accompagnarti sottotraccia, finché l’illuminazione ti coglie quando meno te l’aspetti, al mercato, in libreria, in bagno, davanti a una vetrina o davanti al pc. Peccato che spesso il Natale è già passato. Per tutte le ragioni fin qui elencate – il regalo giusto richiede un minimo di dedizione, empatia, sensibilità, pazienza, prontezza di riflessi nel riconoscerlo – la sua caccia in ogni casa è generalmente appaltata agli individui di sesso femminile, notoriamente forniti di resistenza e d’implacabile perizia nel giungere all’obiettivo. Ma c’è un ulteriore categoria di regali, un tempo di nicchia, la cui diffusione è stata favorita dalla rivoluzione digitale, e che si rivela del tutto a misura di svacco maschile: il “regalo assurdo”. Bando ai classici cravatta, orecchini, libro, vino, disco, abbonamento per, e spazio alla trovata senza senso, di un’inutilità così meravigliosa da ergersi a irrinunciabile genialità kitsch. Ecco che sulla strada del “regalo assurdo” è lecito smarrirsi e la conclamata propensione del sesso maschile per l’idiozia diventa una risorsa preziosissima. Di seguito, per concludere, un campionario di regali assurdi a misura di fantasia maschile (ma ci si può sbizzarrire): per gli inguaribili pigri c’è la sveglia munita di ruote che scappa quando suona, la tazza automescolante o portabiscotti o ancora il tapis roulant per cani; per i single il cuscino a forma di (ab)braccio o l’orsetto da microonde; per i tendenziosi le palline di Natale decora-barba o il pettine a serramanico. E poi, per ogni istinto creativo, la maglietta trova-wifi, lo scaldatazza con presa usb o la penna usb a forma di Superman/Wonderwoman, il copri-water Babbo Natale, la carta igienica con sudoku, i guanti da cucina tatuati, il portalibri a forma di mani o il set di cuscini emoticon. Ah, imperdibili, il colino di Loch Ness, il portauovo Homer Simpson e l’adesivo da finestrino 1/1 di Papa Francesco. Per gli ingordi, infine, la forchetta intelligente…