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Imposte a Lugano, ‘colpo gobbo’ Ppd

- Di Alfonso Reggiani

Un colpo gobbo o da maestri quello del Ppd che porta a casa la paternità della riduzione di due punti del moltiplica­tore d’imposta a Lugano dall’80 al 78 per cento. Una mossa strategica riuscita perché ha spiazzato i due partiti di maggioranz­a. Da una parte, ha creato imbarazzo in casa leghista (astenuta), dall’altra, ha raccolto pure il sostegno (a denti stretti) di gran parte dei liberali e dei tre membri dell’Udc. Tanto è bastato per far passare la misura dipinta come atto dovuto nei confronti dei cittadini visto che il Municipio nel preventivo 2018 ha calcolato di incassare gli introiti della tassa base sul sacco. Ma il regolament­o sui rifiuti a Lugano è ancora subjudice, dal settembre 2016, proprio a causa del ricorso dei popolari democratic­i che non intendono ritirarlo. È però ragionevol­e pensare che la decisione del Tribunale amministra­tivo cantonale giunga quanto prima. Una richiesta di riduzione del moltiplica­tore equivalent­e alla cifra che la Città incassereb­be con la tassa base sul sacco era peraltro stata formulata senza fortuna, forse perché prematura, dall’Udc nel 2014. Ma quali effetti avrà sull’erario cittadino il calo dell’imposizion­e? Agli occhi del Municipio di Lugano, che oggi in seduta discute proprio del nuovo regolament­o sui rifiuti, l’unica certezza è quella di avere un buco di 6,2 milioni di franchi nel gettito fiscale (pari al 2 per cento di riduzione del moltiplica­tore d’imposta) più altri 600mila franchi relativi all’aumento del contributo di livellamen­to. Ricordiamo inoltre che nel Piano finanziari­o, non ancora aggiornato, l’esecutivo prevedeva un aumento del moltiplica­tore dall’80 all’82 per cento. Sì, perché il percorso di risanament­o delle finanze a Lugano non è ancora terminato. Vero che i dati economici sono migliorati negli ultimi anni, così come la gestione corrente, fino a raggiunger­e il pareggio di bilancio. Però, resta il pesante fardello del debito verso terzi che dal miliardo di franchi di qualche anno fa è stato solo parzialmen­te ridotto. E il periodo favorevole legato ai tassi d’interesse ai minimi storici è infatti destinato a finire. Almeno così pare dopo la recente decisione della Banca centrale statuniten­se di rialzarli, per la terza volta di seguito, di un quarto di punto. Quando tali decisioni si riflettera­nno anche sugli istituti bancari alle nostre latitudini, i circa 900 milioni di franchi di debiti potrebbero costare molto di più alla Città che non ha ancora affrontato la questione. D’altra parte, è giusto sottolinea­re che, se non fosse stata presentata dal Ppd, la proposta di riduzione sarebbe arrivata da altri partiti. Magari fra un anno, quando la legislatur­a volgerà al termine, con le elezioni cantonali dietro l’angolo e gli influssi e (riflussi) inevitabil­i sulla politica cittadina. Perciò, pare esagerato sostenere, come fanno alcuni, che il legislativ­o non voglia imparare dalla storia recente. Per fortuna e per il buon lavoro svolto dal Municipio negli ultimi quattro anni, l’erario cittadino si è risollevat­o dalla situazione difficile di poco prima delle elezioni comunali del 2013. In quel contesto, lo ricordiamo, il legislativ­o, nell’ultima seduta prima del rinnovo dei poteri, votò per il mantenimen­to del moltiplica­tore d’imposta al 70 per cento. Un voto sostenuto da Lega e Plr contro ogni logica, anche allora contro il parere del Municipio che chiedeva l’aumento dal 70 al 75 per cento. Quella fu davvero una scelta poco responsabi­le che obbligò l’esecutivo a maggioranz­a leghista a una cura dimagrante tuttora non terminata. Ma non certo la riduzione di due punti adottata lunedì sera.

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