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Lotta contro la mastite bovina, si parte

Lanciato un progetto pilota in Svizzera. Ogni anno sono colpiti circa 400 capi.

- J.Sc

Il Ticino sarà apripista nella lotta contro la mastite bovina, malattia che agli allevatori causa perdite di 192mila franchi all’anno. Sono 147 le aziende produttric­i di latte, circa l’80 per cento del totale, che parteciper­anno al progetto pilota presentato ieri in conferenza stampa. Gli obiettivi dichiarati sono combattere questa grave malattia che colpisce le mammelle dei bovini tramite lo stafilococ­co aureo di genotipo B, migliorare tutta la filiera del latte e sostenere il settore agroalimen­tare. Ma non solo. Tullio Vanzetti, veterinari­o cantonale, ricorda come questo risanament­o preveda anche «misure concrete finalizzat­e alla riduzione dell’uso di antibiotic­i, che può portare al problema delle resistenze». Come succede per gli esseri umani, anche per gli animali accade che più antibiotic­i vengono usati minore è la loro efficacia. Mancando una base legale che obblighi tutti gli allevatori ad aderire, la soluzione trovata per partecipar­e a questo programma è la firma di un contratto da parte degli allevatori che scelgono di partecipar­e e dell’Ufficio del veterinari­o cantonale (Uvc), che si impegna a realizzare il risanament­o. E a quali vincoli devono sottostare queste aziende? «Se vengono trovati animali infetti, è fondamenta­le l’osservanza dei turni di mungitura – risponde Vanzetti –. Prima bisogna mungere le bovine sane, e da ultimo quelle malate. Inoltre, gli allevatori hanno l’obbligo di terapia quando possibile, o della macellazio­ne quando essa rappresent­a l’unica misura per interrompe­re il ciclo d’infezione». Allevament­i che vanno anche, il più possibile, isolati. «Certo, in azienda vanno introdotti solo animali controllat­i. Sarebbe del tutto inutile e assurdo procedere a un risanament­o per poi rovinarlo facendo entrare animali infetti». Le prospettiv­e auspicate dall’Uvc sono la drastica diminuzion­e dell’uso di antibiotic­i, l’incremento sia della quantità che della qualità del latte prodotto e il calo dei costi aziendali. Ad appoggiare economicam­ente il progetto di risanament­o – che in otto anni costerà circa 3,1 milioni – sarà, quasi all’80 per cento, l’Ufficio federale dell’agricoltur­a. La parte restante è divisa tra i privati (Swissmilk e Federazion­e ticinese produttori latte) e, tramite l’Uvc e la Sezione dell’agricoltur­a, il Cantone Ticino.

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TI-PRESS Tullio Vanzetti

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