Diego Erba: ‘Un signore che aveva colto la voglia di cambiamento’
«Sono stato nominato da lui» ricorda Diego Erba, trentasei anni nell’amministrazione cantonale (oggi in pensione), quasi tutti con responsabilità dirigenziali. Quando ha lasciato, a fine 2012, era direttore della Divisione scuola. Erba inizia nel 1976 quando Sadis è direttore del Dipartimento finanze e educazione, «un abbinamento un po’ strano...» osserva il nostro interlocutore che inizia come direttore dell’Ufficio studi e ricerche per l’Educazione. «Dopo pochi mesi che ero stato nominato, abbiamo promosso l’introduzione del sabato senza scuola, una riforma voluta da lui, da Sadis, ma credo che vada soprattutto ricordato per la riforma della Scuola media; un cambiamento voluto da un uomo politico di centro che guardava a destra e che ha saputo, eravamo nel 1974, costruire un’ampia maggioranza su questo importante progetto. Votarono tutti a favore, salvo i socialisti che si opposero» ricorda Erba. Erano anni caldi, anche il Canton Ticino usciva dal Sessantotto «e c’era un forte fermento sul piano ideologico». Non solo. Dieci anni prima era stato consegnato lo studio Kneschaurek «che chiedeva un rilancio sul piano economico e formativo del Canton Ticino – prosegue il già direttore della Divisione scuola – e l’istituzione delle Medie uniche era stata una risposta». Un ingegnere che agiva «con un approccio molto rigoroso e sistematico; ricordo che auspicava lo sviluppo della statistica scolastica e a questo aveva dato un grosso impulso». Innovatore, dati i tempi. Toccò sempre a lui trovare un tetto scolastico ai bambini del “baby boomer” avviando la costruzione di non pochi edifici. Un dirigente che sapeva scegliere i propri collaboratori, come Sergio Caratti e Franco Lepori a loro volta pionieri della riforma scolastica ticinese. Uomini coraggiosi e lungimiranti che trovarono in Ugo Sadis il necessario punto di riferimento. Ma com’era nelle relazioni il direttore di Dipartimento? «Una persona squisita, elegante anche nell’approccio ai problemi, che nutriva un profondo rispetto per le persone attive nella scuola, lui che veniva dal mondo dell’economia. Un signore. Che s’imponeva anche per la sua statura. Era molto alto...». E dall’alto, si sa, la prospettiva è più ampia. A.BE