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Trump all’Onu contro tutti

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New York – Gli Stati Uniti si ricorderan­no degli Stati che voteranno contro il loro riconoscim­ento di Gerusalemm­e capitale di Israele. Il presidente ne ha fatto una questione personale, ha avvertito ieri la sua ambasciatr­ice all’Onu Nikki Haley. Oggi li potrà contare, quando l’Assemblea generale voterà la risoluzion­e di Turchia e Yemen, che dichiara “vuota e nulla” la decisione americana su Gerusalemm­e. E Trump ha minacciato di tagliare gli aiuti a quegli ingrati. «Queste nazioni che prendono i nostri soldi e poi votano contro di noi all’Onu... prendono centinaia di milioni di dollari o miliardi, e poi votano contro di noi», si è lamentato Trump nell’ultima riunione dell’anno dell’esecutivo: «Votate contro di noi e per noi sarà un risparmio». Non è chiaro come la minaccia del presidente americano possa avere esiti concreti visto che comportere­bbe il taglio dell’assistenza a una serie di alleati strategici come ad esempio l’Egitto, beneficiar­io di 77,4 miliardi di dollari di aiuti tra il 1948 e il 2016. In Assemblea Generale, dove non esiste diritto di veto, Washington conta quanto tutti gli altri. La risoluzion­e messa ai voti è speculare a quella presentata lunedì dallo stesso Egitto in Consiglio di Sicurezza e silurata dal veto statuniten­se: oltre a dichiarare la nullità del riconoscim­ento, invita tutti i Paesi a “evitare decisioni e azioni che alterino il carattere, lo status e la composizio­ne demografic­a della Città Santa”. Già prima di Trump, Haley aveva detto: “Alle Nazioni Unite ci chiedono costanteme­nte di fare di più e di dare di più. Lo abbiamo fatto in passato. Così quando prendiamo una decisione, non ci aspettiamo che chi abbiamo aiutato ci prenda a bersaglio”, ha scritto l’inviata di Trump su Twitter e Facebook. E di lei si parla come dell’eventuale prossima candidata alla presidenza Usa. Già.

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KEYSTONE E gli dico chi è stato

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