May s’inalbera Barnier dispone
Bruxelles/Londra – «Michel Barnier ha fatto una quantità di dichiarazioni, ma le questioni sono ancora tutte da negoziare». Theresa May non poteva che reagire facendo la faccia cattiva al piano illustrato ieri dal negoziatore europeo, che stabilisce il percorso della nuova fase delle trattative per la Brexit. La first minister britannica non ha alternative: a Londra sono in tanti a volerla sbranare. Il principale contenzioso riguarda ora la definizione del cosiddetto periodo transitorio, che partirà alla mezzanotte del 29 marzo 2019, subito dopo la separazione, prima ancora di iniziare a immaginare quali potranno essere le future relazioni tra Ue e il Regno Unito. Barnier ha illustrato alla Commissione europea le linee guida approvate venerdì scorso dal Consiglio europeo. In sintesi, Bruxelles immagina una transizione più breve rispetto ai due anni chiesti da May. Un periodo da concludere entro dicembre 2020, in linea con il termine del bilancio pluriennale dell’Ue 2014-2020, durante il quale, ha spiegato Barnier, a Londra saranno applicati “vantaggi e obblighi” dell’appartenenza all’Unione. Tutto come se fosse ancora uno stato membro, obblighi finanziari e giurisdizione della Corte di giustizia compresi, solo che il Regno Unito non avrà più posti nelle istituzioni Ue. Allo stesso tempo, Londra non potrà negoziare nuovi accordi commerciali bilaterali. Condizioni sulle quali May annuncia battaglia. Ma intanto, la Bank of England si è portata avanti, studiando un piano per alleggerire l’impatto dell’uscita sulle banche dei Paesi Ue: tra le misure, l’istituto è pronto a offrire loro di continuare a operare secondo le regole attuali anche dopo la Brexit. Dopo le schermaglie durate mesi sui preliminari (diritti dei cittadini, frontiera irlandese, conto della separazione), sui quali peraltro servono ancora limature, il nuovo negoziato lascia già immaginare che quelle sembreranno caramelle, al confronto.