Berset: due riforme per Avs e secondo pilastro
Per il consigliere federale preferibili progetti distinti per la previdenza vecchiaia
Avs e secondo pilastro devono essere riformati separatamente. Dopo la bocciatura in votazione popolare del progetto previdenza vecchiaia 2020, che includeva entrambi gli elementi, il Consiglio federale ha deciso ieri di prendere un’altra strada. Ha incaricato il Dipartimento federale dell’interno (Dfi) di porre le basi per la revisione dell’Avs, più urgente, entro la fine di febbraio del 2018. «Credo che tutti siano d’accordo che la previdenza vecchiaia debba essere riformata e la nostra missione è portare avanti i lavori per arrivare a una soluzione», ha affermato in conferenza stampa il consigliere federale Alain Berset. Dall’analisi del voto – ha rilevato – è emerso che la previdenza vecchiaia 2020 è stata bocciata per la concomitanza di diversi fattori, nessuno decisivo in quanto tale. È chiaro che «la riforma dovrà essere basata sul compromesso e dovrà convincere la popolazione». Gli obiettivi primari restano analoghi a quelli della riforma scartata dal popolo: anzitutto mantenere il livello delle rendite, ma anche garantire un finanziamento a medio termine, ha aggiunto Berset. Ciò che cambia sono le soluzioni per arrivare a tanto. I principali obiettivi della riforma sono portare l’età di pensionamento delle donne a 65 anni, con opportune compensazioni ancora da definire, flessibilizzare il pensionamento e offrire incentivi per favorire il lavoro oltre i 65 anni. Per quanto riguarda la riforma dell’Avs, entro fine febbraio il Consiglio federale presenterà le misure da adottare, per poter mandare il progetto in consultazione entro l’estate, e dunque adottare il relativo messaggio entro la fine del 2018. La tempistica per la riforma del secondo pilastro non è invece ancora chiara, perché «prima vogliamo discutere con i partner sociali», ha detto Berset. Il nuovo progetto del governo fa già discutere: è essenziale che le parti sociali si mettano d’accordo quanto prima sul secondo pilastro, ha rilevato il Ppd. Dal canto suo il Plr apprezza che il contenuto della nuova riforma riprenda il piano B presentato dal partito, ma ritiene troppo lunga la tabella di marcia prevista. Secondo il Ps l’obiettivo prioritario di mantenere il livello delle rendite va nella giusta direzione. Per contro il governo non propone nulla per compensare un eventuale aumento dell’età di pensionamento femminile e nemmeno per far fronte all’abbassamento del tasso di conversione del secondo pilastro. L’Unione sindacale svizzera ritiene invece decisivo per la riuscita della riforma che essa consenta ai pensionati di mantenere il precedente livello di vita in modo appropriato. Dal canto suo il sindacato Unia critica il Consiglio federale, sostenendo che non ha imparato nulla dalla bocciatura popolare della ‘Previdenza 2020’: sono un’altra volta le donne a dover sopportare il peso della riforma pensionistica e ciò è inaccettabile.