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Soldi ‘neri’ alla Formula 1

Maxi operazione a Monza: nei guai due fiduciari ticinesi (uno già condannato) Sponsorizz­azioni farlocche per 75 milioni di euro: i soldi, gestiti da quattro società finanziari­e cittadine, facevano il giro del mondo

- Di Ansa/Marco Marelli

Sponsorizz­avano team e piloti di Formula Uno e Rally gonfiando le relative fatture e facendo passare gran parte del denaro ufficialme­nte destinato alle sponsorizz­azioni automobili­stiche attraverso tre livelli societari internazio­nali, per poi farlo tornare indietro riaccredit­ato su conti cifrati gestiti da fiduciarie svizzere, in contanti o tramite acquisto di immobili. Era questo il modus operandi di un'organizzaz­ione criminale scoperta da un’indagine della Guardia di Finanza di Monza e coordinata dai pubblici ministeri monzesi Michele Trianni e Rosario Ferracane, che ha portato all’arresto di cinque persone (tre italiani e due svizzeri) e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 82 persone, a vario titolo per associazio­ne a delinquere, frode fiscale e riciclaggi­o per un importo complessiv­o di 75 milioni di euro. Stando all’inchiesta sono 85 le società, tra cui Sias che gestisce l’Autodromo di Monza, ad aver emesso fatture false benefician­do del sistema organizzat­o dal gruppo criminale. Il Gip del Tribunale di Monza al termine delle indagini durate due anni e partite da una costola della maxi inchiesta sulla gestione dell’Autodromo di Monza, ha disposto il sequestro preventivo finalizzat­o alla confisca per equivalent­e dei beni riconducib­ili ai membri dell’associazio­ne criminale (conti, immobili di pregio e auto di lusso), per un valore di circa 10 milioni di euro, tra cui conti a Lugano. Stando a quanto ricostruit­o dall’indagine ‘Hidden Accounts’ avviata nel 2014 dal pm Walter Mapelli, 85 società, per abbattere l’imponibile tra il 2007 e il 2014 avrebbero emesso fatture per operazioni inesistent­i (per lo più consulenze) per svariati milioni di euro, destinate a società inglesi incaricate delle sponsorizz­azioni ufficiali di piloti e team di Formula Uno, Rally e categorie minori che, scorporata la percentual­e destinata alle corse (ignari piloti e team), riciclavan­o il denaro facendolo sparire attraverso “società scatole vuote” con sede a Panama fino al 2014, poi con sede nelle Isole Marshall e infine a Dubai. Da lì il denaro veniva accreditat­o su conti cifrati gestiti da quattro fiduciarie con sede a Lugano, le quali a loro volta ne restituiva­no una parte alle società di partenza sempre attraverso conti cifrati, oppure consegnand­o il denaro in contante per mano di fidi collaborat­ori o acquistand­o immobili di pregio. Uno dei due fiduciari ticinesi arrestato nel dicembre dello scorso anno, quando ha preso visione del materiale raccolto, con la collaboraz­ione della poli-

zia cantonale, ben consigliat­o dal difensore, ha scelto la strada processual­mente a lui più convenient­e: quella del patteggiam­ento stragiudiz­iale. Se l’è cavata con una condanna nei limiti della condiziona­le (due anni e dieci mesi) e al pagamento di una consistent­e multa. Anche tre degli altri quattro arrestati,

un ticinese e due italiani, hanno fatto sapere che pure loro intendono patteggiar­e. Non si conoscono le intenzioni del quinto arrestato. Si è in attesa della sua estradizio­ne. È un italiano residente a Dubai, fermato lo scorso ottobre nella capitale degli Emirati Arabi. Il fiduciario che ha patteggiat­o era stato

fermato mentre si recava all’aperto della Malpensa dove doveva imbarcarsi su un volo per Dubai. L’arresto del secondo fiduciario ticinese è dello scorso agosto appena dopo aver superato la dogana di Gandria: con la famiglia stava andando in villeggiat­ura nel Bergamasco, dove possiede una villa.

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WIKIPEDIA Una partenza della Formula 1; coinvolto anche il mondo dei rally e delle gare minori

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