Idee per la piazza (provvisoria)
Mendrisio, il progetto è stato illustrato alle Commissioni del Consiglio comunale
Per sistemare l’area, una volta demolito l’ex Jelmoli, ci si è affidati a un architetto. ‘Come voleva il Cantone’. Soluzione di ‘qualità’ a budget ridotto.
Di demolire l’ex Jelmoli se ne riparla nel 2018. Ma di piazza del Ponte, a Mendrisio, se ne è discusso anche lunedì. Il Municipio della città, infatti, ha già tra le mani la proposta per la sistemazione provvisoria dell’area, una volta abbattuto il palazzo. Giusto a inizio settimana l’idea è stata illustrata alle Commissioni del Consiglio comunale che stanno seguendo da vicino il dossier. Il prossimo a saperne di più nell’agenda dell’autorità locale sarà il Comitato apartitico ‘Un’effimera piazza del Ponte? No, grazie’; che ancora a inizio novembre sollecitava un incontro. È solo un piccolo passo sulla strada (ancora lunga) della riqualifica del comparto? Di sicuro è una buona ragione per riprendersi dalla delusione di non aver visto (per ora) le ruspe in azione. Galeotte le offerte fuori preventivo consegnate alla gara d’appalto. Tant’è che l’esecutivo ha annullato tutto e ora sta procedendo su invito diretto. Il budget ridotto – per smantellare l’ex Jelmoli sono a disposizione 650mila franchi, tutto compreso – non ha impedito, invece, di elaborare un progetto che ha suscitato le reazioni favorevoli dei commissari. «Il riscontro è stato positivo», ci conferma il capodicastero Pianificazione PierMaria Calderari, che con il collega Daniele Caverzasio, a capo delle Costruzioni, e i tecnici si è trovato con i rappresentanti del legislativo. «Il dialogo è aperto: ci siamo messi in ascolto e abbiamo recepito le osservazioni e le indicazioni, chiare, che ci sono state fatte». Il punto di partenza è il progetto firmato dall’architetto Otto Krausbeck (lo stesso del nuovo edificio dell’Istituto Torriani). «Non dimentichiamo – fa memoria Calderari – che con la sistemazione della superficie trapezoidale non facciamo altro che dar seguito alle richieste con cui il Cantone ha corredato il preavviso alla licenza edilizia: dobbiamo restituire, seppur in via temporanea, uno spazio di qualità, appoggiandoci a un professionista e dando un senso al ‘vuoto’». E la soluzione prospettata non è come una piazza, ma è già un progresso, rispettoso, assicura il capodicastero, del contesto architettonico. Si presterà attenzione anche alla presenza del verde, che farà da cornice, sull’altro lato, pure al busto del Lavizzari. Sotto la superficie i piani interrati dello stabile – che non saranno eliminati –, sopra, ci spiega ancora Calderari, si farà in modo di rendere vivibili e fruibili alla popolazione quei 250 metri quadri di spiazzo libero. Perché nelle aspettative dell’autorità cantonale, fa notare, non vi è solo un prato verde o una distesa di ghiaia. «Senza contare che interverremo con i pochi mezzi a disposizione», puntualizza. Un capitolo a parte lo merita la pianificazione del comparto. «In
quel senso si potrà procedere solo avendo una visione urbanistica. Non basta applicare le norme. Prima, in ogni caso, occorre dare seguito alla mozione – firmata dai Verdi, ndr – che chiede un preciso indirizzo». Anche su questo versante, assicura Calderari, qualcosa si sta muovendo. «Il dicastero presenterà un
complemento al rapporto preliminare del Municipio – indirizzato alla Commissione della panificazione, ndr –, di cui discuterò con i colleghi. L’importante è partire con il piede giusto». Il passaggio successivo sarà il messaggio municipale. È indubbio, riconosce, che adesso occorra ripartire da zero. Soprattutto dopo il referendum che, nel settembre 2016, ha bocciato l’approccio comunale, richiamando al contesto storico-culturale della zona. «La questione pianificazione – conclude Calderari – è fondamentale: grazie a questo permetteremo di vivere al nucleo vecchio di Mendrisio e ai piccoli commerci di sopravvivere».