Cc rinviato, ed è polemica
Sarà che a Mendrisio si sentono ancora gli echi del dibattito fiume di lunedì sera sul Centro giovani, sta di fatto che davanti alla decisione della presidenza del Consiglio comunale di rinviare la seconda parte del dibattito all’8 gennaio, si è accesa la polemica. A stigmatizzare l’assenza di poco meno della metà dei 60 consiglieri all’appello di ieri sera – serata d’aggiornamento della seduta – sono stati, in prima linea, Plr e Lega-Udc-Ind. Che il legislativo non si sarebbe esaurito tutto d’un fiato, si fa capire da entrambi i gruppi, era noto dal 7 dicembre, data della convocazione. I liberaliradicali, per voce del capogruppo Giovanni Poloni, fanno sapere di “mal comprendere il rinvio, considerato che vi sarebbe stato verosimilmente un quorum sufficiente per procedere”. Loro, i rappresentanti del Plr, si ribadisce subito, avevano già garantito la presenza (in 14 su 17). Morale? La decisione di posticipare a gennaio appare come “una mancanza di responsabilità nei confronti dei cittadini (ne va della credibilità delle istituzioni!), e anche una mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi che si erano (giustamente) riservati il 20 dicembre in agenda”. Massimiliano Robbiani, capogruppo Lega-UdcInd., va oltre e parla di situazione scandalosa. Anche perché al voto vi sono “temi importantissimi”, a cominciare dai preventivi 2018 delle Aim, e crediti milionari (per circa 12 milioni). Tra questi i quasi tre milioni (supplementari) utili a permettere al Comune di sganciarsi dalla cassa pensioni del Cantone. Richiesta accolta con riserva da alcuni commissari della Gestione, come Poloni e il collega Cerutti per il Plr, Robbiani e Françoise Gehring di IaS. Il che poteva preludere a un (altro) confronto acceso e qualche astensione, mettendo a rischio il dossier visti i numeri in aula. Nell’aria c’è sentore di campagna per il sindacato, lamenta Robbiani. Di sicuro il clima si è fatto elettrico, su tutti i fronti. D.C.