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La morte li fa belli

Una notte al Forum di Assago, tre ore di show quasi d’addio di Elio e le Storie Tese. O forse d’arrivederc­i, o ciao a Sanremo, al Tour Definitivo, alla prossima migliore band dell’ultimo trentennio che meriterà un concerto così...

- Di Beppe Donadio

C’è scritto “R.I.P. Elio e le Storie Tese” sulla lapide che funge da fondale al palco (a forma di bara) del Concerto Definitivo, andato in scena martedì sera in un Forum di Assago sold out. Epitaffio che fa il pari con il libro delle firme all’entrata, sul quale si legge il cordoglio del popolo degli Elii (qualcuno scrive “L’ultima volta che vi ho visti, infatti, non mi sembravate proprio in forma”). Sotto il poster del concerto, lumini di Padre Pio e corona di fiori. Altre corone sono ai lati del palco e appese qua e là per il palazzetto. Il Concerto Definitivo, nel frattempo, è diventato provvisori­o a causa della chiamata a Sanremo ricevuta dal direttore artistico Claudio Baglioni, come spiegato da Elio nella conferenza stampa in diretta streaming lo scorso lunedì. Un incontro con la stampa a tratti “supercazzo­la” («Abbiamo deciso di scioglierc­i durante il tour europeo, per contrasti sulla gestione del bagno chimico del bus. A 50 anni suonati ognuno ha i suoi problemi») e a tratti sincera: «Siamo stati sommersi da un’ondata d’affetto. Giorno dopo giorno si è affacciata l’ipotesi di fare un tour d’addio». Così, il Concerto Definitivo è diventato un Tour Definitivo in memoria di Feiez (al secolo Paolo Panigada, scomparso 20 anni fa). Il percorso, 11 date da Brescia ad Acireale e ritorno, non include fermate ticinesi. Entro il 30 giugno – «La data di scadenza del gruppo» indicata da Faso – un ultimo addio milanese (e per chi, al di fuori della Lombardia, ha acquistato il tagliando per il concerto di martedì scorso, c’è un biglietto omaggio per uno spettacolo nella regione di residenza).

1980-2017 (o 2018 o...)

Aperta dal manifesto ‘Servi della gleba’, la messa funebre per lo scioglimen­to del Complessin­o celebrata dal parroco Cosma (che, quando in voce di Carmelo, la butta in fine pecoreccio) non si fa mancare proprio nulla. Compreso un corpo di ballo del quale Mangoni è l’étoile. Sulle note di ‘Discomusic’, all’interno del medley danzerecci­o aperto dal ‘Pippero’, l’architetto attraversa per lungo un Forum diventato dance hall, raggiungen­do l’estremità opposta del palco per esibirsi in tutte le sue forme in un numero di pole dance acrobatica. Una lunga standing ovation, al grido di ‘Forza Panino’ (ripetuto più tardi nel bis ‘Tapparella’), accoglie l’assolo di sax di Feiez in ‘T.V.U.M.D.B.’. La pubblica celebrazio­ne del polistrume­ntista commuove il cantante, che trattiene più di una lacrima. «Credo che vi abbia sentiti», commenta. La scaletta recupera ampie pagine da ‘Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu’, album d’esordio. Inclusa ‘Piattaform­a’, sulla quale Elio annuncia Cristina D’Avena, sul palco a rendere il favore al Sopraccigl­iato, che appare nel suo ‘Duets’ in ‘Siamo fatti così’. La regina dei cartoons canta la parte che fu di Paola Tovaglia, doppiatric­e di cartoni animati e

conduttric­e della trasmissio­ne ‘Ciao Ciao’, scomparsa poco tempo dopo quell’incisione. A un brano di distanza (la reprise di ‘Il vitello dai piedi di balsa’, che i bimbi in sala conoscono a memoria), la seconda standing ovation è per Stefano Bollani, al pianoforte in ‘El Pube’, storia di un venditore di lubrifican­ti non per motori. Pianista e cantante se la ridono di quel giornalist­a che, celebrando l’addio annunciato alle Iene, definì Bollani “il fondatore della band” («Nel 1980 avevo otto anni», ricorda il pianista). Pianista per pianista, al Forum non c’è traccia di Rocco Tanica, che disse addio nel 2016 da questa stessa arena. E Sanremo per Sanremo, in attesa di conoscere ‘Arrivedorc­i’ («La Rai l’ha chiamata ‘Arrivederc­i’, segno che anche quest’anno vogliono boicottarc­i», così Elio in conferenza stampa), la band regala due estratti sanremesi da secondo posto (‘La canzone mononota’ e ‘La terra dei cachi’), prima degli smarmittam­enti di ‘Supergiova­ne’, eroe che non invecchia mai. «È valsa la pena fondare un gruppo per avere una serata come questa», conclude Elio dopo 3 ore di show e un ultimo epitaffio, ‘Nubi di ieri sul nostro domani odierno (Abitudinar­io)’, dopo il quale i dubbi per il destino della miglior band degli ultimi 30 anni (nuovo disco a parte, che sarà certezza) rimangono insoluti. Gli stessi dubbi sul merlo che – malgrado la mucca faccia sempre “mu” – continua a non fare “me”.

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Il concerto ‘definitivo’

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