In zona Castello norme e cartelli anti-degrado
Locarno, posati i cartelli che indicano i divieti in zona Castello Ben visibili veti e sanzioni anti-degrado, con multe fino a 10mila franchi. Un deterrente nei confronti di chi bivacca e un incentivo al recupero dell’attrattiva turistica.
Se mai le parole fossero troppo volatili, a scanso di equivoci ‘scripta manent’. A dare forza anche e soprattutto visiva alla risoluzione municipale che li ha generati in tempi non sospetti, in zona Castello sono stati posati specifici cartelli riportanti i vari divieti in essere. Nulla di clamorosamente nuovo, se non l’applicazione di norme che bene sembrano aver fatto quando adottate su altri lembi di territorio. Lo conferma alla ‘Regione’ Niccolò Salvioni, capodicastero Servizi pubblici e sicurezza del Municipio di Locarno: «Esisteva già una decisione precedentemente presa relativamente ad altri comparti di parchi cittadini, che viene ora riproposta per il comparto in oggetto, vista la sua trasformazione in un centro di abuso di alcolici. Per il fatto che vi fossero gli elementi per poterlo fare, abbiamo focalizzato la nostra attenzione su questa zona». Le disposizioni messe in atto – divieto di consumo di alcolici, divieto di lasciare liberi i cani, ulteriori divieti di ‘abuso’ di apparecchi sonori e di gettare rifiuti – rappresentano un passo ulteriore verso il risanamento di una poco edificante situazione venutasi a creare nel tempo nei pressi del Castello visconteo, luogo di bivacco di persone problematiche dal punto di vista sociale, oltre che centro nevralgico di una parte di movida notturna dalle abitudini irrispettose della quiete pubblica.
Rischio ‘parchetto’
La situazione verificatasi intorno al Castello stava progressivamente ricalcando lo stato di degrado configuratosi negli scorsi decenni presso il cosiddetto ‘parchetto’, in pieno centro città. Un fenomeno certamente più contenuto rispetto al triste precedente citato, ma caratterizzato da modalità non dissimili. Un affresco poco edificante, capace di offuscare la valenza architettonica dei siti interessati e di ridurre in modo consistente il potenziale turistico di una parte fondamentale della città. Un potenziale e una capacità attrattiva anche culturale ridimensionatasi nel tempo nelle abitudini degli ‘autoctoni’. «Già altri Comuni si sono attivati in questo senso in passato» aggiunge Salvioni. «Posso citare Chiasso, col problema degli asilanti che generavano disturbi a se stessi e alla popolazione». Oggetto di sistematici interventi atti a mantenere decoro e ordine in un tratto di strada tutt’altro che secondario, la polizia non ha mai perso il controllo della zona. Così il capodicastero: «Cartelli dal simile contenuto erano già presenti nei giardini Rusca, in merito alle sostanze alcoliche. In questo caso abbiamo esteso il divieto anche ad altri elementi che possano arrecare disturbo alla pubblica quiete». Quello che mancava sino ad ora, dunque, era il poter disporre di normative specifiche che garantissero agli agenti in servizio di intervenire in modo efficace sotto ogni punto di vista. Normative che ora l’esecutivo, con questa risoluzione municipale, ha definitivamente formalizzato con la posa dei cartelli indicanti i divieti.
Coltelli e cartelli: ‘Una pura coincidenza’
Si rispolverano, dunque, regole più ferree in un periodo assai ‘caldo’, segnato dal ripetersi di più atti delittuosi culminati in alcune occasioni con il ricorso alle armi da taglio. «Anche se la preparazione ha avuto una lunga gestazione per stabilire l’area precisa e valutare il contenuto dei cartelli in funzione dell’area stessa – conclude Salvioni – abbiamo iniziato a lavorarci nella primavera di quest’anno. Il fatto che si attui ora questo nuovo dispositivo è solo una coincidenza con quanto accaduto di recente». Per dovere di cronaca, il tariffario per chi sgarra prevede multe fino alla bellezza di 10mila franchi. Un motivo in più per accendere il cervello, o contare almeno fino a tre.