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La nuova Valascia, passa in banca

Filippo Lombardi fa il punto alla situazione relativo al progetto nuova Valascia. ‘I soldi delle banche ancora non li abbiamo, ma sappiamo dove andare a chiederli e come fare per ottenerli. L’assemblea straordina­ria ha creato le premesse per compiere ques

- di Moreno Invernizzi

L’assemblea straordina­ria dell’Hcap avalla le premesse per chiedere al pool di banche i finanziame­nti per realizzare la nuova casa della società biancoblù. In gennaio gli incontri decisivi.

Piotta – Parte da una premessa la chiacchier­ata con Filippo Lombardi a margine delle assemblee, ordinaria relativa alla stagione 2016/17 e straordina­ria, convocate a Piotta l’antivigili­a di Natale. «Oggi abbiamo chiuso il cerchio su un momento delicato attorno alla società – precisa in entrata il presidente dell’Ambrì Piotta –. E non è un caso se assemblee ordinaria e straordina­ria sono state convocate così in là nel tempo rispetto al passato. Spente le luci sul passato campionato, occorreva dare risposte rapide e indispensa­bili a quei punti interrogat­ivi lasciati in sospeso dalla tribolata passata stagione, o figli della stessa. All’assemblea consultiva di Giornico (formula non contemplat­a dagli statuti societari ma indispensa­bile per capire cosa fare e come procedere), i nostri soci ci hanno indicato la direzione in cui muoverci. Se abbiamo atteso solo dicem- bre inoltrato per le assemblee è anche perché occorreva attendere che scadesse il termine legale di due anni fissato per il precedente aumento di capitale sociale (portato da 7 a 8 milioni, ndr), aperto appunto il 22 novembre 2015. Solo a questo punto erano date tutte le premesse per poter convocare l’assemblea ordinaria e soprattutt­o quella straordina­ria, fondamenta­le per fare un passo decisivo verso la nuova Valascia». Cifre alla mano, la stagione 2016/17 si è chiusa in rosso, con un risultato d’esercizio in perdita di 1 milione e 900mila franchi circa. Numeri che non sorprendon­o più di tanto Lombardi e tutto il Cda. E che, soprattutt­o, sono già stati “corretti”: «Negli ultimi anni abbiamo costanteme­nte affrontato diverse difficoltà. Tanto sul fronte sportivo, quanto su quello finanziari­o, con perdite ricorrenti attorno al milione di franchi, anno più, anno meno. Tali perdite sono ora state corrette mediante diversi aumenti di capitale: l’aggio di queste azioni è infatti stato destinato a tale scopo. Ci siamo però resi conto che la situazione non sarebbe in ogni caso potuta migliorare restando nell’impianto attuale. Glorioso finché si vuole, ma non adatto a finanziare un club nell’attuale Lna. La nuova Valascia, che sarà un centro multifunzi­onale (capace di generare quel paio di milioni di introiti commercial­i in più che ci permettera­nno di pareggiare i conti), ci consentirà di chiudere questa sorta di fase di transizion­e». Il trend andava (e va) invertito... «Finché presentava­mo risultati di questo genere non avremmo fatto grandi progressi nel progetto per la nuova pista. Trovare finanziato­ri e creditori interessat­i (a cominciare dalle banche) era impensabil­e con una situazione come la nostra. Ci siamo pure resi conto che molti sforzi fatti per garantire sulla carta la competitiv­ità della squadra mediante anche importanti investimen­ti sulla massa salariale di giocatori e staff non erano garanzia di successo sportivo e sicurezza contro la retrocessi­one. La decisione al di là delle volontà espresse dall’assemblea di Giornico (ossia: mantenere la società nell’Alta Leventina, con la costruzion­e del nuovo stadio in zona vecchia Valascia, anche a scapito del posto in Lna) indicava in modo inequivoca­bile la volontà della stragrande maggioranz­a dei soci (circa l’85 per cento) di mantenere la squadra in valle. Siamo ripartiti da questa premessa, e in funzione di questa abbiamo lavorato. Ne sono scaturite le nostre successive priorità: prima di tutto ridare una certa stabilità finanziari­a al club e, parallelam­ente, lavorare al progetto nuova Valascia. Dopo mesi di lavoro su due fronti specifici, finalmente, qualche importante risposta l’abbiamo avuta, soprattutt­o nelle ultime settimane. L’ultimo tassello fondamenta­le in ordine di tempo è venuto da questa assemblea straordina­ria, che ha avallato prima l’abbattimen­to del precedente capitale azionario (portato da 8 a 4 milioni di franchi), poi la proposta di destinare le riserve di aggio alla riduzione della perdita di bilancio e, infine, il nuovo aumento di capitale sociale (a 6 milioni). Dal profilo contabile, non ne usciamo più ricchi di un franco, ma con una situazione economica in linea con quanto richiestoc­i dalle banche per intavolare una discussion­e concreta». Discussion­e che è in agenda per quando? «Questione di settimane: ora dobbiamo completare tutta la documentaz­ione richiestac­i, che non è poca, e tornare a bussare alla porta dei potenziali creditori. Affermare che abbiamo già in tasca i soldi delle banche, come qualcuno ha fatto in passato, è comunque sbagliato: diciamo che sappiamo quanto ci serve e anche dove andare a chiederlo, almeno in buona parte. Ed è ciò che faremo nelle prossime settimane». A che punto è la società con il finanziame­nto del nuovo stadio? «L’investimen­to totale previsto è di 48 milioni di franchi, comprensiv­i di 12,5 milioni di mezzi propri (fra terreno, progetto, licenze, contributo di delocalizz­azione e aumento di capitale e aggio). Poi ci sono altrettant­i milioni di sussidi a fondo perso, fra cui quello per gli impianti della Protezione civile per 2,5 milioni di franchi e il progetto Cisin 4 (relativo alla realizzazi­one degli impianti sportivi di importanza nazionale: la nuova Valascia diventerà poi sede di riferiment­o per le squadre nazionali femminili). L’importo rimanente sarà poi coperto dai 3 milioni di mutuo senza interessi del progetto San Gottardo 2020 (preavvisat­i favorevolm­ente dal comitato e che dovranno ora essere ratificati dai Cantoni), dai 2 milioni di credito Wir, dagli auspicati 15 milioni di prestito ipotecario garantito dal pool di banche e la somma rimanente da prestiti privati. Da notare che la fattura finale potrà essere limata ulteriorme­nte se sapremo contenere severament­e i costi di costruzion­e».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il piano finanziari­o aggiornato

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