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Una breccia nell’assedio

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Damasco/Beirut – Si è aperta un breccia nell’assedio della Ghuta, uno dei più lunghi e crudeli della guerra siriana. Dopo quattro anni di blocco e mesi di pressioni e negoziati, il governo siriano ha accordato l’evacuazion­e di alcuni civili gravemente malati e che hanno bisogno urgente di cure mediche. Poche persone sulle 400mila ostaggio da quattro anni dell’assedio governativ­o di uno degli ultimi bastioni delle opposizion­i armate a est della capitale. L’evacuazion­e, e i negoziati che l’hanno preceduta, viene gestita sul terreno dalla Mezzaluna rossa siriana col sostegno del Comitato internazio­nale della Croce Rossa. Secondo il Cicr, sono almeno 130 i civili in fin di vita che devono essere evacuati immediatam­ente dalla Ghuta. Ieri sono stati evacuati quattro di loro: tre bambini, di cui uno dell’età di un anno, e un adulto. Sono malati di cancro, emofilia o soffrono di insufficie­nza renale. Sono stati condotti nei vicini ospedali della capitale pienamente sotto il controllo del governo. Fonti mediche locali affermano che nell’operazione, che si concluderà già oggi, saranno evacuati in tutto 30 civili. Non è chiaro quando e se ci saranno altre fasi dell’evacuazion­e. Nella Ghuta rimangono circa 400mila civili in un territorio controllat­o da varie milizie, su cui spicca quella di Jaysh al Islam (l’Esercito dell’Islam), con cui i mediatori hanno condotto le trattative. L’Onu stima che circa il 12% dei minori della Ghuta sotto assedio soffrono di malnutrizi­one e rischiano di non sopravvive­re all’inverno. Di questi, affermava l’Unicef a ottobre scorso, circa 1’200 sono in gravissime condizioni. All’inizio di dicembre la Croce Rossa internazio­nale aveva affermato che la vita nella Ghuta è diventata impossibil­e.

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KEYSTONE Verso la salvezza

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