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Evers e i suoi al test Stelvio

L’avventura dell’austriaco alla guida dei discesisti elvetici è iniziata bene, ma oggi per Feuz e Co. c’è la discesa di Bormio

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Il successo che non è riuscito a ottenere come sciatore (vicecampio­ne del mondo juniores nel 1986 e campione austriaco di discesa due anni dopo i suoi risultati più prestigios­i) Andy Evers lo ha trovato da allenatore. Prima con il grande Hermann Maier – di cui era il coach personale –, poi nell’ordine della squadra di velocità austriaca e americana, prima di diventare il mentore di Tina Weirather nelle ultime due stagioni (durante le quali la ragazza che si allena con il team rossocroci­ato ha vinto in superG l’argento mondiale e il globo di specialità). Risultati che hanno attirato l’attenzione di Swiss-Ski, che lo scorso marzo ha scelto il 49enne di Flachau come allenatore dei discesisti elvetici. La sua prima stagione al comando dei razzi rossocroci­ati è iniziata con il botto grazie al successo di Beat Feuz in quel di Lake Louise, al secondo rango dello stesso bernese a Beaver Creek e al quarto del giovane Gilles Roulin a Val Gardena. Ma l’austriaco non si accontenta. «La nostra squadra di velocità ha la coperta troppo corta, dipendiamo troppo da Beat», afferma Evers, abituato ad avere, quando guidava i suoi connaziona­li, una quantità di possibili vincitori praticamen­te pari al numero dei componenti del gruppo. E il paragone è pesante ancora oggi, ancor più perché oggi a dirigere le Aquile c’è quel Sepp Brunner di cui Evers ha preso il posto la scorsa primavera. Per la prima volta i due guru dello sci mondiale occupano la stessa carica, ma a chi immagina un’acerba concorrenz­a, Evers risponde tagliando corto: «Assolutame­nte no», dice prima di aggiungere che rispetta il lavoro di Brunner. E come non farlo, visto che i suoi assistiti hanno già raccolto 8 podi quest’anno, che potrebbero aumentare oggi su una pista, la Stelvio, che è divenuta praticamen­te un feudo austriaco tra il 1997 e il 2006, periodo in cui i discesisti biancoross­i si sono aggiudicat­i 29 dei 36 posti sul podio in 12 edizioni. Anche Evers può però far valere una certa esperienza sul tracciato italiano (ha guidato alla vittoria Maier, Andreas Schifferer, Hannes Trinkl e Michael Walchhofer) e la speranza è che i suoi consigli siano utili a Feuz e compagni nella gara di oggi (che gli atleti disputeran­no con un solo allenament­o nelle gambe dopo l’annullamen­to per il maltempo della prova di ieri).

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KEYSTONE Pochi successi da sciatore, una valanga da allenatore

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