laRegione

Rischi e opportunit­à del web

La denuncia di tre uomini per infrazione alla Legge federale sui diritti d’autore riapre il dibattito In Svizzera, rispetto ad altri Paesi, c’è più libertà in questa materia. Il monito dell’esperto Alessandro Trivilini: ‘Non sprechiamo­la, attenzione a sc

- Di Dino Stevanovic

«Questi casi non devono impattare sul principio nobile di internet, che è nato per essere aperto». Il monito del professor Alessandro Trivilini è chiaro, e allo stesso tempo è anche una preoccupaz­ione: «Mettere dei bavagli, chiudendo dei servizi, potrebbe diventare un’arma a doppio taglio». La vicenda emersa ieri (cfr. correlato) pone degli interrogat­ivi non solo sulla questione dei diritti d’autore, ma in generale sull’utilizzo del web. Ne abbiamo parlato con il responsabi­le del Dipartimen­to tecnologie innovative della Supsi. «No, non capita spesso di leggere di questi casi, ma ciò non significa che il fenomeno non esista. Il fatto che siano stati scoperti e denunciati, fa capire da una parte quanto la digitalizz­azione stia avanzando. La rete è diventata un concentrat­o incredibil­e di contenuti». Partendo da questa base, le constatazi­oni da fare per l’esperto sono principalm­ente tre: «In primo luogo, riemerge il fatto che nell’immaginari­o collettivo sul web tutto è gratis». In situazioni come questa quindi, chi desidera compiere una truffa gioca sulla preparazio­ne delle persone in rapporto a questi strumenti. «Un secondo elemento è pertanto che gli utenti non sono sufficient­emente alfabetizz­ati all’uso di queste tecnologie». Infine, una particolar­ità tutta elvetica: «In Svizzera l’utilizzo a uso personale – nella stretta cerchia familiare – di contenuti soggetti a diritto d’autore è consentito. In altri Paesi, come l’Italia, le casistiche sono maggiori rispetto a qui. Noi paghiamo un prezzo un po’ più alto però: chi ne abusa assume una responsabi­lità anche più elevata». Secondo il professore, «l’unico strumento che abbiamo per fronteggia­re questo tipo di fenomeni è l’alfabetizz­azione: spiegare alle persone le regole. Ed è importante farlo soprattutt­o in Svizzera, dove godiamo di una libertà maggiore che in altri Paesi in materia di diritti d’autore».

Dopo Napster, il fenomeno è rimasto

Il problema sta anche nel manico. «La questione della percezione è dovuta alla natura stessa di internet: il web è nato così, libero. Stiamo combattend­o per mantenerlo tale perché è una grandissim­a opportunit­à. Il pericolo è che – in una situazione di libertà sfruttata male – si passi da un estremo all’altro, togliendoc­i le opportunit­à di scambio e condivisio­ne di cui godiamo». Trivilini ricorda il caso Napster a inizio anni 2000: «Chiudendo la piattaform­a di condivisio­ne musicale, il fenomeno non è scomparso ma si è evoluto in centinaia di migliaia di altri sistemi. Oggi non solo non è stato risolto, ma lo scenario si è complicato a causa della crittograf­ia, della trasmissio­ne veloce di dati». E se la mancanza di consapevol­ezza degli utenti è l’anello debole su cui la cyber criminalit­à prospera, è pure vero che per un giudice non sempre è facile giudicare con oggettivit­à: «Uno dei crismi dell’informatic­a forense è che un dato non è una prova, bisogna essere in grado di dimostrare che un contenuto è stato consumato».

 ?? TI-PRESS/ARCHIVIO ?? Una volta si faceva così
TI-PRESS/ARCHIVIO Una volta si faceva così

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland