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Manuele Bertoli: ‘Tempo di progetti’

Manuele Bertoli, presidente del governo, a tutto campo sul 2018. Risanate le finanze del Cantone...

- Di Aldo Bertagni

Risanati i conti dello Stato, sostiene Manuele Bertoli presidente del governo, si deve ora aprire il confronto sui progetti e le opere necessari allo sviluppo del Ticino. E su ‘Argo 1’...

In questa legislatur­a, sostiene il presidente del Consiglio di Stato, siamo riusciti a ripianare i conti e adesso è opportuno confrontar­si sulle riforme

Ci siamo lasciati alle spalle un anno complicato, per quanto foriero di segnali incoraggia­nti – vedi il preventivo 2018 con leggero avanzo, non capitava da una vita – e si profila un periodo che dovrà sciogliere non pochi nodi: le varie iniziative parlamenta­ri contro l’invasione di manodopera estera, il salario minimo, il probabile referendum sulla riforma tributaria, la votazione popolare ‘No Billag’ certo nazionale ma con risvolti pesantissi­mi per il Canton Ticino e non ultimo, la complicata vicenda di ‘Argo 1’ che entro giugno conoscerà le conclusion­i della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta. È cambiato qualcosa rispetto al passato e se sì cosa? Ne parliamo con Manuele Bertoli, socialista, presidente del Consiglio di Stato.

Come giudica questo periodo, il contesto in cui operano quotidiana­mente governo e parlamento?

L’aver raggiunto il pareggio di bilancio alleggeris­ce un po’ la pressione, perché è piuttosto frustrante per chi fa politica dover rimanere inchiodati alla necessità di far quadrare i conti. Intendiamo­ci, le revisioni dei meccanismi statali imposte dagli imperativi finanziari a volte sono anche occasioni per reimpostar­e le strategie a seguito dei cambiament­i dei bisogni, ma spesso restano solo operazioni contabili o di risparmio. La minor pressione finanziari­a ci permette di guardare con più ottimismo alla progettual­ità, che non vuol dire affrontare argomenti più facili. Anzi.

In un Consiglio di Stato composto da quattro partiti, poi...

Sì. Ognuno ha giustament­e le proprie idee e priorità, per cui il focus dai conti si sposta sul dove mettere le risorse e per cosa. Ma questa è la politica.

La questione finanziari­a ha paralizzat­o a lungo, per non pochi anni, la politica del Canton Ticino...

Assolutame­nte. In questo quadrienni­o abbiamo voluto affrontare l’argomento con un solo intervento, il pacchetto di riequilibr­io del 2016, invece di intervenir­e sulla gestione anno per anno. Di conseguenz­a abbiamo affrontato il tema una volta sola nel quadrienni­o. L’altro fatto positivo è aver approvato la nuova legge sui salari dei funzionari e dei docenti, che vuol dire, tra l’altro, aprire una nuova stagione di rapporti con il personale.

L’essere riusciti a sanare i conti di gestione e potersi così dedicare ora alla progettual­ità potrebbe aiutare, a suo avviso, a rafforzare i rapporti

fra cittadini e istituzion­i?

In effetti potrebbe iniziare una fase interessan­te anche per il cittadino, chiamato a capire cosa la politica vuol fare per affrontare i problemi che si pongono, invece di assistere ai soli interventi per tappare i buchi finanziari. Senza dubbio il rapporto di fiducia fra cittadino e Stato si gioca su diversi piani e quello della maggior progettual­ità è uno di essi, anche se non è l’unico. Poi ci sono storie come quella di cui immagino parleremo... [alludendo ad Argo 1, ndr].

Certo, più avanti. All’ordine del giorno del Gran Consiglio vi sono le decisioni commission­ali che danno seguito all’iniziativa popolare ‘Prima i nostri’. Ma non è l’unico tema caldo. Il Paese tornerà a dividersi?

Sul tappeto vi sono temi e proposte con tempistich­e diverse. C’è il pacchetto fiscale-sociale, contro il quale è stato indetto un referendum. Ci sono progetti in gestazione che attendono il nullaosta parlamenta­re [fra cui il salario minimo, ndr] e progetti in cantiere. Senza ignorare le disposizio­ni obbligator­ie che arrivano da Berna e che richiedono un intervento legislativ­o. Sulle priorità molto dipenderà dall’evoluzione di questo quadro. Teoricamen­te affrontare tutti questi argomenti dovrebbe essere più facile grazie al buono stato delle finanze pubbliche, ma poi, lo sappiamo, alla prova dei fatti non sarà così. Vedremo.

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Argo 1: ‘Resta aperta la domanda, perché proprio quella ditta?’

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