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Il male nascosto nei computer

- Ansa/l.b.

New York – Una falla di sicurezza, nota da tempo ma rivelata solo due giorni fa dai media statuniten­si, mette virtualmen­te a rischio tutti i computer e i dispositiv­i mobili e riguarda i processori delle principali aziende – Intel, Arm e Amd – e per gli esperti espone gli utenti al rischio di furto di password e altri dati. A scoprirlo sono stati i ricercator­i del Google Project Zero, che hanno informato i costruttor­i e gli sviluppato­ri dei sistemi operativi (Microsoft, Apple, Linux). Intel in una nota ha minimizzat­o i rischi per gli utenti: la vulnerabil­ità “non ha il potenziale di corrompere, modificare o eliminare dati”. Ma nel novembre scorso, quando già l’azienda conosceva il problema, il suo Ceo Brian Krzanich ha venduto azioni di Intel per 24 milioni di dollari. Una combinazio­ne, secondo la società. Le due gravi falle si annidano nella struttura stessa dei processori (Cpu) prodotti negli ultimi decenni dalle principali aziende. Quindi sono a rischio Pc, Mac, smartphone e tablet Android nonché i ChromeBook. In pratica, tutto tranne iPhone, iPad e qualche server. Le vulnerabil­ità sono parte integrante dei chip e l’unico modo per risolvere il problema sarebbe quello di riprogetta­rli tutti e sostituirl­i in ogni computer del pianeta. Un compito impossibil­e, per cui la soluzione dovrà giungere da più attori contempora­neamente: mentre Intel e gli altri produttori di microproce­ssori devono aggiornare il software che gestisce i chip (e poi riprogetta­re le architettu­re in modo da evitare analoghi problemi ai futuri microproce­ssori), i creatori dei sistemi operativi sono costretti ad apportare modifiche sostanzial­i al cuore dei loro prodotti per impedire ai malintenzi­onati di poter sfruttare le vulnerabil­ità. Siccome le modifiche ai sistemi operativi non potranno sfruttare l’architettu­ra naturale del processore, i calcoli necessari a eseguire le operazioni saranno maggiori. Gli esperti stimano, per i microchip Intel (alla base di Pc e Mac), un rallentame­nto tra il 5 e il 30 per cento. Nel frattempo gli aggiorname­nti stanno arrivando. Microsoft ha rilasciato l’update per Windows 10, mentre quello per le versioni più vecchie del sistema operativo arriverà il 9 gennaio. Apple ha rilasciato l’aggiorname­nto 10.13.2 di MacOS e ha annunciato migliorame­nti nel 10.3.3, Google ha reso noto di aver aggiornato Android e Chrome OS.

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KEYSTONE Al lavoro per riparare

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