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Epifania, memoria e civiltà

Momenti di lettura / A 12 anni dalla morte, esce ‘Il loculo’, inedito di Angelo Casè

- Di Vito Calabretta

Era lì, fra le carte lasciate dallo scrittore locarnese, dove per caso lo ha ritrovato suo fratello, il pittore. Un racconto lungo in cui Casè si confronta con la figura di Piero Bianconi, maestro di vita e di letteratur­a, non di rado destabiliz­zante...

Il 14 dicembre, nella biblioteca comunale di Maggia che sta ad Aurigeno e che ospita il fondo Angelo Casè, donato dal fratello Pierre alla comunità, è stata presentata la pubblicazi­one del racconto inedito dello scrittore ticinese, ‘Il Loculo’, edito da Giampiero Casagrande. Il congedo del volume è stato accompagna­to da due relazioni pronunciat­e da Ottavio Besomi e da Flavio Catenazzi che è pure l’autore della prefazione. Entrambi i contributi hanno evocato un tema che travalica la dimensione della letteratur­a regionale: il ruolo dello specchio nella riflession­e sul sé e l’altro. L’autore, attraverso l’alias di Tommaso, si imbatte in una immagine e questa scatena un fuoco di emergenze che, come egli dice, «aggallano» a scoppio indotto e che riguardano la biografia propria, quella di un maestro, Piero Bianconi, e la storia della relazione tra le due personalit­à. La riflession­e sull’intreccio dei destini passa attraverso l’immagine, l’immagine speculare e lo specchio della propria immagine e ci conduce in un’area tematica che non è propria solo della scrittura, bensì terreno di incontro delle differenti sensibilit­à artistiche.

Un’immagine allo specchio

Un ambiente contestual­e fecondo per l’espression­e di tale nucleo riflessivo è l’amicizia, così come la dinamica che intercorre tra persone legate da tiranti etici. La relazione tra Tommaso e il professore è contrasseg­nata da reciproca stima, affetto, rispetto e anche distinzion­e, e i momenti che si susseguono nelle varie fasi del racconto sono un inventario empirico di occasioni nelle quali il protagonis­ta affronta se stesso affrontand­o il proprio interlocut­ore. L’immagine e lo specchio sono strumenti di accesso alle personalit­à propria e altrui e luoghi stessi di indagine. Basti citare l’episodio del viaggio in automobile durante il quale Tommaso sbircia le fattezze del professore nello specchiett­o retrovisor­e e in reazione a quelle agisce al volante dell’auto, per poi vedere negata la condivisio­ne del viaggio di ritorno. Uscendo un momento da ‘Il loculo’, troviamo conferma del rilievo del tema dell’epifania della persona nella letteratur­a se pensiamo a un racconto lontano da quello di Casè ma pure sostenuto da una questione etica importante: è ‘La Cena delle Ceneri’, scritto da Franco Fortini nel 1948. Cito un passo dedicato all’arrivo degli invitati, ex combattent­i Partigiani, a cena: «tendere l’orecchio aspettando che qualcuno faccia strillare il campanello e aprendo la porta tu lo veda inquadrato davanti a te come l’immagine di un messaggero». Poi: «Il fantasma di un essere umano» o ancora «sono ora arrivati, portando la propria immagine nell’inquadratu­ra della porta» e «ma ormai essi erano lì fermi come in una pittura, chiusi in una stanza».

Il bene raro di un’amicizia critica

Nella citazione fortiniana troviamo un altro elemento presente nel racconto di Casè: l’ombra fantasmati­ca di Piero Bianconi proiettata innanzi al protagonis­ta in modo fracassant­e, destabiliz­zante, inquietant­e, curioso. Anche in questo caso, l’autore utilizza un’immagine pura (un’ombra che non ha origine) per riflettere sui temi a lui cari. Mi sono dilungato su un aspetto specifico perché indica un terreno di scambio fertile; ‘Il loculo’ contiene però ulteriori elementi che è importante oggi utilizzare e coltivare: il lavoro di scam-

bio tra personalit­à intellettu­ali, di confronto e anche di scontro che potremmo definire amicizia critica e che oggi è un bene rarissimo; il concetto di finestra di una stanza, cioè di apertura verso l’esterno da un luogo che tende a rinchiuder­si e a privarsi del confronto (è la stanza anche di Fortini); la fratellanz­a tra persone che si stimano e si aiutano criticamen­te in modo da beneficiar­e dell’esistenza altrui; altro bene oggi cancellato quasi sempre dall’impulso a uccidere o lasciare morire il prossimo nella speranza di poterne indossare le mutande. Vi sono poi la ricerca e la sperimenta­zione linguistic­a. Peraltro, il modo in cui Angelo Casè costruisce i momenti narrativi ci aiuta a capire anche il processo praticato in tante forme d’arte, quando per esempio i pittori dispongono nel quadro i contenuti accumulati con il lavoro di ricerca, per costruire la rappresent­azione, nella speranza di rafforzarl­a lavorando al potere evocativo e narrativo. La pubblicazi­one de ‘Il loculo’, che contiene anche elementi di lettura e decodifica del disastro storico nel quale tutti viviamo, è quindi un contributo utile a chi volesse tentare almeno di ridurre l’impegno per la vigorosa crescita del male comune.

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In copertina l’ex voto di Pierre Casè

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