laRegione

Il commercio cambia volto

- Di Generoso Chiaradonn­a

Le abitudini di consumo degli svizzeri stanno cambiando e anche più velocement­e di quanto si potesse immaginare. È quanto emerge dall’annuale studio del Credit Suisse dedicato alle prospettiv­e del commercio al dettaglio che nell’anno appena concluso ha per lo meno arrestato la tendenza al ribasso degli ultimi anni. Le cause della stagnazion­e delle vendite da parte della grande e piccola distribuzi­one svizzera sono le solite e note da anni: potere d’acquisto a livello nazionale invariato (il reddito disponibil­e e i salari non crescono come dovrebbero); crescita demografic­a debole (il saldo migratorio rimane positivo ma è in diminuzion­e) e la propension­e a effettuare acquisti fuori dai confini (in leggero calo per quelli fisici ma in netta crescita per quelli online). Il report del Credit Suisse porta due esempi di quanto incidano ‘negativame­nte’ gli acquisti digitali: Amazon e Zalando su tutti. Tutti e due i portali di e-commerce non hanno un dominio svizzero. Per intenderci non c’è né un amazon.ch né uno zalando.ch e quindi non c’è nessuna piattaform­a logistica nazionale per queste due imprese. Eppure i due giganti mondiali del dettaglio, perché tali sono, realizzano un fatturato di tutto rispetto in Svizzera. Per quanto riguarda il primo i dati sono solo stimati, mentre per Zalando, consegnand­o in Svizzera dalla Germania, esistono cifre precise: dal 2012 all’anno scorso la società tedesca ha più che triplicato il suo fatturato passando dagli iniziali 186 milioni ai 624 milioni di franchi. Per quanto riguarda Amazon sono soprattutt­o i consumator­i nelle regioni di confine o in prossimità dei punti di ritiro all’estero a manifestar­e più interesse. Addirittur­a si è creato un certo indotto locale legato a questa piattaform­a di e-commerce con operatori terzi che consegnano in Svizzera i prodotti acquistati su Amazon e, a pagamento, si fanno pure carico delle formalità doganali e della riscossion­e dell’Iva. Oltre a tali operatori, diciamo ‘dell’ultimo miglio’ tra Amazon e i suoi clienti svizzeri, negli ultimi anni si sono affermati anche i punti di ritiro in prossimità del confine. In questo caso, gli ordini online sono consegnati direttamen­te a questi punti di interscamb­io dove possono essere prelevati di persona. Ma l’altro aspetto interessan­te che emerge dall’analisi del Credit Suisse è che la crescita di Zalando in Svizzera è superiore a quella che comunque c’è nell’area germanofon­a dell’Europa. Consideran­do il cosiddetto mercato Dach, ovvero Germania, Austria e Svizzera, il 25% circa del fatturato di quest’area di Zalando avviene da noi. Questo vuol dire che la propension­e degli svizzeri a usare le nuove tecnologie è superiore a quella dei loro vicini. Inoltre il maggior potere d’acquisto derivante dall’effetto valutario (in attenuazio­ne) spinge sempre più persone a sfruttarlo a proprio vantaggio. In poche parole i salari stagnanti vengono compensati dalle possibilit­à offerte dalla tecnologia. Una sorta di circolo vizioso che si traduce in minori consumi nazionali a detrimento del tessuto commercial­e locale.

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