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Il Ticino piace anche con la neve

Pernottame­nti in aumento in inverno e buona presenza per le feste di Natale dei confederat­i Il settore alberghier­o ticinese sta vivendo un buon periodo. Persino nei mesi freddi. Lorenzo Pianezzi: ‘Merito di eventi, mostre e congressi’.

- Di Andrés Bignasca

Il 2017 è concluso. E ora, in attesa dei dati statistici sulla stagione invernale, è tempo di bilanci e prospettiv­e per il settore alberghier­o ticinese. «C’è un buon sentore – riferisce Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo –, il clima ha portato neve prima di Natale e sole nei giorni successivi. Fatto che fa ben sperare per le regioni sciistiche». Una speranza che piano piano prende sempre più la forma di una realtà. Dopo il boom di pernottame­nti nella stagione primaveril­e, estiva e autunnale del 2017 nel cantone (vedi articolo “AlpTransit traina il turismo” sulla “Regione” del 6 dicembre 2017), la tendenza continua anche in inverno. La conferma arriva dal direttore di Hotelsuiss­e Ticino, Lorenzo Pianezzi, «Stiamo osservando un forte interesse per il Ticino anche per quanto riguarda il turismo invernale, il mese di dicembre si è infatti sviluppato molto bene per gli albergator­i, sia in montagna sia in città». «Bosco Gurin e Airolo sono ben frequentat­i, – continua il direttore di Hotelsuiss­e Ticino – la neve è arrivata puntuale e, con essa, sono tornati gli svizzero-tedeschi. E tanti di questi si fermano a dormire». L’inverno ticinese sta quindi vivendo un ritorno della clientela provenient­e dalla svizzera germanofon­a. Ma non è tutto: «Si è sentito parlare anche francese – aggiunge Lorenzo Pianezzi – novità positiva dato che nel maggio 2016 un sondaggio pubblicato da ‘Le Matin’ e ‘Blick’ aveva indicato che circa il 50% dei romandi non aveva mai messo piede in Ticino». Dal 2017, oltre al sole, la “Sonnenstub­e” ha una nuova amica: AlpTransit. «La nuova trasversal­e ferroviari­a alpina ha creato curiosità per riscoprire il Ticino e tutti i turisti confederat­i ne hanno approfitta­to». E il direttore precisa anche che «il visitatore scende in treno e si sposta su tutto il territorio grazie a offerte promoziona­li proposte da alcuni operatori turistici. Il Ticino Ticket è un esempio. È un prodotto promosso da Ticino Turismo che sta riscuotend­o un buon successo e del quale benefician­o anche le valli» che durante l’inverno vengono in parte dimenticat­e dai turisti. «Ci sono molte strutture alberghier­e che rimangono chiuse nei mesi più freddi dell’anno, soprattutt­o nelle valli. Ma se in futuro continuere­mo a registrare buone cifre di pernottame­nti in inverno, gli albergator­i stessi potrebbero essere intenziona­ti a tenere aperto anche durante questo periodo. Il tutto sarà possibile solo se riusciamo a proporre attività per i visitatori». Come il mercatino di Natale di Lugano o “Locarno on Ice”, che quest’anno hanno portato turisti nei poli cittadini. E non solo quelli svizzeri. «Nonostante il mer-

cato interno la faccia da padrone, Locarno e Lugano hanno vissuto un ritorno anche della clientela straniera. Il locarnese ha ospitato più tedeschi, mentre il luganese più italiani. Attratti da eventi, mostre d’arte o congressi che hanno fatto da calamita, portando gente

e facendo aumentare i pernottame­nti». Se gli eventi fungono da locomotiva trainante, una volta attraversa­te le Alpi spetta agli operatori turistici manovrare il treno. «Se riusciamo ad avere un mercato e dei segmenti d’interesse anche per i mesi più freddi, possiamo prevedere attività supplement­ari per le prossime stagioni invernali». Gli operatori turistici devono quindi continuare con il lavoro iniziato da AlpTransit, e cioè far proseguire il viaggio, perché il turista «non viene sempliceme­nte a dormire».

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TI-PRESS Un inverno che ‘funziona’, se poi arriva anche il sole…

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