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‘Lo Stato non può fare a meno di Iva e Ifd’

Maurer difende i due balzelli: essenziali per le casse statali.

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Oltre all’iniziativa ‘No Billag’, il popolo sarà chiamato il 4 marzo ad esprimersi su un tema non meno importante: la facoltà per la Confederaz­ione di incassare fino al 2035 i proventi dell’Iva e dell’Imposta federale diretta (Ifd). Entrambi i ‘balzelli’ garantisco­no il 65% – pari a 43,5 miliardi di franchi – delle entrate delle casse federali, «senza queste entrate – ha dichiarato il consiglier­e federale Ueli Maurer, responsabi­le del Dipartimen­to delle finanze (Dfi) – la Confederaz­ione non sarebbe più finanziabi­le». Maurer parte dalla convinzion­e che il decreto verrà approvato dal popolo. Nel 2004, il 74% della popolazion­e si era detto favorevole alla possibilit­à che Berna continuass­e a percepire l’Iva e l’Ifd. Il consiglier­e federale ha poi sottolinea­to che non esiste un ‘piano B’, nel caso molto improbabil­e di un ‘no’ alle urne. «Non sarebbe possibile introdurre in breve tempo un altro balzello in grado di procurarci oltre 40 miliardi di franchi, oppure proporre risparmi di questa importanza». D’altro canto in caso di Sì non cambierà nulla per il cittadino, poiché non si vota su un aumento o diminuzion­e dell’imposizion­e, ha spiegato. Sia il Consiglio nazionale che gli Stati hanno accettato il nuovo ordinament­o finanziari­o 2021 del Consiglio federale senza opposizion­e. Come indicato, l’ultima parola spetta al popolo, poiché il nuovo regolament­o determina una modifica della Costituzio­ne. L’attuale ordinament­o è limitato al 2020. L’esigenza di garantire la riscossion­e delle due imposte oltre il 2020 era rimasta praticamen­te incontesta­ta durante la consultazi­one. Nel progetto preliminar­e il Governo aveva tuttavia proposto di riscuotere in futuro l’Iva e l’Ifd a tempo indetermin­ato, ma la maggior parte dei partiti si era dichiarata contraria su questo punto. L’Esecutivo ha quindi optato per una proroga fino al 2035, ossia di quindici anni come già in uso oggi. Come detto, il Parlamento ha accolto questa soluzione. Al Nazionale, nel dicembre 2016, la sinistra si era ritrovata da sola a sostenere una durata illimitata della riscossion­e dell’Iva e dell’Ifd. Ma la maggioranz­a di destra aveva giudicato necessario potersi pronunciar­e periodicam­ente sulla fiscalità federale. Secondo Maurer, è giusto che il parlamento e il popolo si interroghi­no a scadenze regolari sul finanziame­nto dello Stato. Vi sono ragioni storiche che spiegano come mai il prelievo di queste due tasse sia solo provvisori­o. Al momento dell’istituzion­e della Confederaz­ione moderna, ossia nel 1848, solo i Cantoni potevano prelevare imposte. Nel 1941, nel corso della Seconda Guerra mondiale, la Confederaz­ione introdusse l’imposta sulla cifra d’affari (oggi Iva), senza consultare il popolo, basandosi sui pieni poteri concessi dall’Assemblea federale. Nel 1958 entrambe le imposte vennero iscritte nella Costituzio­ne federale, sempre però per un periodo limitato.

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