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Lombardi: ‘Il mal di testa si cura con l’aspirina, non con la ghigliotti­na’

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L’iniziativa popolare ‘No Billag’ divide e ieri questa spaccatura si è tramutata in parole. «No Billag, no party», ha affermato ieri il consiglier­e agli Stati ticinese Ppd Filippo Lombardi citando un celebre spot televisivo: «Sarebbe il giusto titolo per riassumere questa iniziativa anti-svizzera che spezzerebb­e l’equilibrio tra regioni linguistic­he e fra pubblico e privato». Dal canto suo Hans-Ulrich Bigler, direttore dell’Unione svizzera arti e mestieri (Usam) e consiglier­e nazionale Plr ha parlato di un tentativo di ricatto verso gli elettori: «Un sì a No Billag non farà scomparire la Ssr», ha affermato. Bigler non contesta il fatto che i consumator­i in certi casi dovranno spendere di più che oggi, se intendono guardare trasmissio­ni informativ­e, sportive o Film. Per il direttore dell’Usam è però importante che questi ultimi possano scegliere liberament­e e che le imprese non debbano pagare il canone. Dal canto suoi la consiglier­a nazionale verde vodese Adèle Thorens ha affermato che in Italia e in Germania gli spettatori pagano una somma uguale al canone solo per poter vedere le partite di calcio. Il finanziame­nto statale di alcune trasmissio­ne secondo Bigler non è in contraddiz­ione con l’iniziativa: il testo non esclude infatti la possibilit­à di sovvenzion­are singoli programmi e trasmissio­ni per le minoranze linguistic­he e per le regioni periferich­e. Lombardi non crede invece totalmente in questa possibilit­à: il Ticino con i suoi 350mila abitanti non avrebbe i mezzi economici per poter garantire un finanziame­nto dell’offerta attuale senza le entrate del canone. «Le conseguenz­e sarebbero disastrose per la Svizzera italiana: la chiusura di radio e Tv comportere­bbe la scomparsa di circa 1’700 posti di lavoro diretti e indiretti», ha inoltre avvertito. Lombardi ha però ammesso che c’è una certa insofferen­za nei confronti della Ssr, ma «il mal di testa si cura con l’aspirina, non con la ghigliotti­na», ha aggiunto il ‘senatore’. L’iniziativa è stata lanciata dai Giovani Udc, ma tra i contrari si trovano anche esponenti democentri­sti e liberali: per il consiglier­e agli Stati Udc Roland Eberle (Tg) si tratterebb­e di un attacco alla solidariet­à svizzera.

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