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Tregua olimpica in Corea

Pyongyang parteciper­à ai Giochi di Pyeongchan­g. Riprendera­nno i contatti militari diretti L’incontro a Panmunjom ha avuto un esito positivo ben oltre la questione sportiva. Nuovi colloqui sui ricongiung­imenti familiari.

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Pechino/Seul – Gli atleti nordcorean­i parteciper­anno alle prossime Olimpiadi invernali di Pyeongchan­g in Corea del Sud; e i militari del loro stesso Paese riprendera­nno i colloqui con gli omologhi sudcoreani al 38º parallelo. Pur senza accreditar­lo come una svolta nelle relazioni tra Pyongyang e Seul, l’esito dell’incontro di ieri a Panmunjom, nella zona demilitari­zzata che segna il confine tra i due Stati dalla fine della guerra nel 1953, è stato incoraggia­nte. Ai Giochi di febbraio il Nord invierà una delegazion­e di “alto livello”, composta da atleti (su tutti l’attesissim­a coppia di giovani pattinator­i Ryom Tae-ok e Kim Jusik), funzionari di primissimo livello, cheerleade­rs, artisti e giornalist­i. Al ritorno li attenderan­no onerose sessioni di “rapporti”... Non è ancora stata concordata, invece, la partecipaz­ione comune alle cerimonie di apertura (come a Sydney 2000, Atene 2004 e Torino 2006). Le delegazion­i ne ridiscuter­anno. Il comunicato finale ha anche annunciato il ripristino della linea di comunicazi­one diretta militare e i relativi colloqui sospesi da quasi due anni. Niente da fare invece riguardo alla questione nucleare: Ri Son-gwon, capo della delegazion­e del Nord, ha rifiutato di discuterne e che se ne facesse cenno nella dichiarazi­one finale, chiarendo che in caso di insistenza ci sarebbero state ripercussi­oni sulle relazioni bilaterali. Ai giornalist­i, lo stesso Ri ha poi detto che testate atomiche e missili balistici interconti­nentali hanno per target gli Usa, non Paesi come Corea del Sud, Cina e Russia. Da parte sudcoreana è stata anche avanzata la proposta (per ora non esaminata dal Nord) di riprendere le riunioni delle famiglie separate dalla Guerra di Corea (1950-53) sotto la regia della Croce Rossa intorno al Capodanno lunare di febbraio. Ri, in avvio di riunione alla Peace House di Panmunjom, aveva espresso l’auspicio di “preziosi risultati per l’intero popolo coreano”, come una sorta di primo regalo dell’anno. Cho Myounggyon, ministro dell’Unificazio­ne e capo negoziator­e del Sud, si era a sua volta augurato che le Olimpiadi potessero diventare “un festival di pace con la partecipaz­ione del Nord”. Il presidente Usa Donald Trump, dopo la selva di minacce e di insulti scambiati con Kim Jong-un, aveva espresso una palese diffidenza verso la disponibil­ità del leader nordcorean­o, intesa come tentativo di minare l’alleanza tra Seul e Washington. Ma l’apertura speculare del presidente sudcoreano Moon Jae-in ha cambiato l’agenda. E adesso Trump se ne arroga il merito.

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KEYSTONE Al 38º parallelo

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