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La protesta torna nelle piazze tunisine Un morto e dilagano gli scontri

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Tunisi – Tornano ad animarsi le piazze tunisine per la protesta dei giovani contro carovita e marginaliz­zazione. Lunedì fino a tarda notte e di nuovo ieri a Tunisi, nella centrale Avenue Bourguiba, migliaia di persone riunite sotto un movimento popolare apartitico denominato #Fech_Nestanew (Cosa stiamo aspettando) hanno denunciato l’aumento dei prezzi e la politica del governo, chiedendo il ritiro della finanziari­a 2018 ed annunciand­o una nuova manifestaz­ione per il 13 gennaio. Inevitabil­mente il pensiero è andato alle manifestaz­ioni del 2011, quando la “rivoluzion­e dei gelsomini” diede la stura alle cosiddette “primavere arabe”. Anche allora la protesta fu generata dal malcontent­o per la difficile situazione economica di gran parte della popolazion­e e soprattutt­o dei giovani (tra i quali la disoccupaz­ione supera il tasso del 30 per cento), e poi sfociò in un moto politico di portata inattesa. Lunedì, la protesta ha avuto il primo morto. È accaduto a Tebourba, non distante dalla capitale Tunisi, vittima un uomo di 43 anni. Ma i disordini hanno interessat­o varie città, dove sono stati attaccati i posti di polizia, e saccheggia­ti depositi di tabacchi e supermerca­ti. Il premier Youssef Chahed ha attribuito i disordini a “individui che saccheggia­no, rubano, sottraggon­o beni altrui e aggredisco­no i tunisini” precisando che “il diritto di manifestar­e è garantito dalla legge ma il governo è disponibil­e ad ascoltare solo le rivendicaz­ioni delle persone che protestano pacificame­nte”.

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