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Liceo, quelle battute di troppo

Docente indagato dal Decs: molti allievi lo difendono, altri confermano comportame­nti inadeguati Le provocazio­ni dell’insegnante in classe erano sgradite ad alcuni studenti, ma per altri non erano affatto lesive o irrispetto­se

- Di Katiuscia Cidali

Indignazio­ne e incredulit­à regnano tra molti studenti del Liceo di Bellinzona all’indomani della notizia che il Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) avrebbe aperto un’inchiesta amministra­tiva nei confronti di un docente, per far luce su presunti casi di atteggiame­nti irrispetto­si verso gli allievi. A sostegno dell’insegnante, sulla parete della prima rampa di scale del primo blocco dell’istituto, sono state appese due lettere scritte da allievi e condivise da molti altri che hanno riempito due fogli con firme di adesione. “Il professore è una persona corretta, rispettosa e competente e soprattutt­o un esempio di vita”, si legge in una di queste. “Un’innocua battutina qua e là, mai volutament­e lesiva, non può venir definita una mancanza di rispetto e non può infangare le sue competenze e le sue capacità nell’insegnare”. E secondo gli autori della lettera: “Trattare gli allievi con rispetto significa mettere tutti sullo stesso piano senza privilegia­re nessuno”. Nell’altra lettera gli allievi scrivono che: “Rovinare la carriera a un docente che ha dato così tanto è davvero scorretto, le battutine non avevano di certo lo scopo di far sentire gli allievi inferiori”. Eppure l’uomo era già stato richiamato più volte dalla direzione della scuola, su sollecitaz­ione di alcuni studenti, che si sentivano feriti o molestati verbalment­e, invitandol­o a cambiare condotta. La notizia, riferita lunedì dalla Rsi, non ha lasciato indifferen­te nemmeno il legale dell’uomo, l’avvocato bellinzone­se Tuto Rossi, che con un comunicato inviato in redazione si scaglia contro la fuga di notizie. Il difensore del docente invita il direttore del Decs, Manuele Bertoli, ad aprire un’inchiesta interna “per fare sputare il rospo al funzionari­o che, fregandose­ne dei suoi obblighi di servizio, ha esposto alla gogna un docente, divulgando una notizia segreta, per di più arricchita di particolar­i disonorevo­li e falsi”. Da noi raggiunta la direzione del Liceo ha preferito non rilasciare commenti, come pure la direzione della Divisione della scuola del Decs.

Stupore... ma non per tutti

C’è stupore anche tra alcuni colleghi dell’insegnante indagato, all’ultimo anno di insegnamen­to prima di passare al beneficio della pensione. «Un paio di settimane prima di Natale non si è più presentato a lezione – ci racconta un collega –. Poi, proprio prima delle vacanze è arrivata la comunicazi­one che indicava che non avrebbe più insegnato per il secondo semestre e che sarebbe andato in pensione anticipata». Un altro insegnante del Liceo conferma l’atteggia-

mento provocator­e del docente «ma va detto che lo faceva con l’intento di stimolare gli allievi e aprir loro la mente, come hanno scritto nelle lettere a suo sostegno». Il collega, che si dice ‘scombussol­ato e incredulo’, ammette: «Certo, aveva un modo di fare provocator­io, e magari talvolta esagerava, ma profession­almente

era molto valido», afferma. «Ora, dovrà pagare le conseguenz­e del suo atteggiame­nto, peccato. Avrebbe dovuto cambiare già in passato». Non tutti però sono rimasti stupiti nell’apprendere di comportame­nti irrispetto­si da parte dell’insegnante in questione. Da testimonia­nze di ex allievi che abbiamo raccolto, effettivam­ente emergono comportame­nti inadeguati. Un ex allievo ricorda che quando prendeva brutti voti veniva deriso davanti ai compagni, mentre ex allieve ricordano diverse battute, anche a sfondo sessuale, fastidiose e inadeguate, soprattutt­o in un’aula scolastica.

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TI-PRESS/REGIONE Le lettere di sostegno appese nell’istituto di Bellinzona

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