Affitti negati a bimbi di 8 anni
Un’inserzione esclude per l’appartamento famiglie con prole: ‘Atteggiamenti discriminatori’
Le associazioni di categoria biasimano l’annuncio comparso su un noto portale immobiliare: ampio appartamento di 5 locali a Lugano, allettante per una famiglia, dove però non sono ‘graditi’ piccoli inquilini
Cinque locali a Lugano, ampio balcone, doppi servizi e una vista imprendibile sul lago. Un appartamento, per posizione e grandezza, che potrebbe ben far gola a una famiglia. Eppure una ‘clausola’ dell’affitto (peraltro per niente a buon mercato, 2’300 franchi al mese spese escluse) nega... l’abitabilità a bambini al di sotto degli 8 anni. Un’inserzione che ha fatto discutere e della quale abbiamo condiviso le perplessità e i limiti con le responsabili di alcune associazioni di categoria, certi che il dibattito si possa estendere anche a tutti i nostri lettori. «È incredibile – è la pronta risposta di Elisabetta Bacchetta dell’Associazione ticinese famiglie monoparentali e ricostituite –. Le dirò di più, lo trovo scioccante. Dalla mia breve esperienza, lavoro infatti da un anno all’associazione, se non ho ricevuto indicazioni di problematiche specifiche legate all’affitto o all’appartamento, ho comunque raccolto esempi di casi simili: come quello di un appartamento vicino alle scuole, dunque comodo per una famiglia, dove il limite era dato a un solo bambino». Criticabile sembra essere soprattutto la forma utilizzata: «Mi stupisce la faccia tosta di scriverlo – continua la nostra interlocutrice – però credo sia, purtroppo, un atteggiamento abbastanza diffuso. Siamo al limite della discriminazione. E perché? Perché i bambini fanno rumore, perché vivono, giocano come è nella loro indole. Per questo dovrebbe essere un tipo di rumore accettato serenamente perché non solo fa parte della vita ma anche, se solo si considera l’aspetto egoistico, perché siamo stati anche noi bambini e qualcuno, seppur disturbato, ci ha permesso comunque di giocare, di muoverci». Una critica che va ben oltre: «Trovo questo atteggiamento molto grave che va a rompere uno dei tabù del passato che escludeva dal disturbo il rumore o i vagiti dei bambini. Un tempo era inconcepibile lamentarsi per questo...».
Monta nella società moderna ‘a compartimenti stagni’ qualsiasi forma di intolleranza
E fra i ‘colpevoli’ anche la società: «Oggi, diversamente – annota Elisabetta Bacchetta – c’è un grado di intolleranza sempre maggiore, anche perché la società si fa meno intergenerazionale. Vi è sempre più la necessità di vivere a compartimenti stagni. Bisogna fare la casa per gli anziani, la casa per i single, quando in realtà la soluzione più sana e arricchente sarebbe mettere insieme varie età, varie abitudini. Non è che un bambino deve per forza far rumore, quando diventano adolescenti poi si chiudono in casa e non li sente più nessuno. È veramente triste questa cosa. C’è questa idea distorta che il bambino bravo non fa rumore, ma se anche ci sono i bambini di indole tranquilla, un bambino che non fa rumore spesso non sta bene». Quale il mezzo, se proprio non se ne può fare a meno, per ovviare a questi problemi? «È trovare un appartamento al piano terra oppure dove sotto c’è un garage o degli uffici... Ma non si può sempre aver paura di dar fastidio a qualcuno. Come a dire: a me possono non piacere le moto. Allora un bambino che piange va isolato e a un rombo di un’Harley nessuno dice niente?». Non può ancora essere considerata una tendenza ma i casi non mancano, non solo a Lugano e nel Luganese. Per Valentina Vegezzi, segretaria generale dell’Associazione svizzera inquilini Federazione della Svizzera italiana: «Di per sé un proprietario può decidere chi mettere dentro a un suo appartamento. È libero di lasciarlo vuoto come, paradossalmente, anche di prendere una persona con gli occhi verdi piuttosto che marroni... Per quanto riguarda i bambini vi è, purtroppo, la concezione che distruggano tutto, che facciano rumore e che dunque gli altri coinquilini potrebbero lamentarsi. Ci sono molti casi in questo senso». Il problema viene fuori per la maggiore anche quando vi è la necessità di un subentrante: «Se un inquilino, per motivi vari, deve lasciare l’appartamento e trova in una famiglia con bimbi pur piccoli un giusto subentrante – ci fa notare la segretaria cantonale – il proprietario dovrebbe comunque liberarlo dal vincolo contrattuale. In questo senso sono più protetti gli animali...».