Voci sul Centro giovani
A Mendrisio una Commissione ad hoc del legislativo ragionerà sull’ex Foft e sul suo futuro
Bocciato l’emendamento che ne prospettava la chiusura, ci si rimette al lavoro. Previste audizioni di ragazzi (come gli alunni delle Medie) e genitori.
Era stata lanciata, giusto la sera fatidica del Consiglio comunale (il 18 dicembre scorso), a mo’ di salvagente verso il Centro giovani di Mendrisio. Oggi, a un paio di settimane di distanza, la mozione generica (e interpartitica) firmata da Gianluca Padlina (Ppd), Gabriele Manzocchi (Insieme a Sinistra) e Andrea Stephani (Verdi) rilancia, di fatto, il dibattito – o meglio la riflessione – sull’ex Foft. Cassato a maggioranza, in un testa a testa tra favorevoli e contrari, l’emendamento ai preventivi 2018 deciso a chiudere i battenti della struttura e ad archiviare l’esperienza, si apre quindi una seconda fase. La proposta concretizzata dai mozionanti, sia chiaro, mira ad ancorare, nero su bianco, il mantenimento del Centro, una realtà dal 2011, a una scelta chiara del legislativo. Un risultato che ci si prefigge di raggiungere dopo aver discusso in modo approfondito la tematica, soppesando le ragioni che hanno tenuto in vita lo spazio dedicato ai ragazzi del capoluogo e del comprensorio. Non solo, la volontà dichiarata è quella di dare voce ai veri protagonisti della vicenda. Ed è qui che entra in scena la Commissione ad hoc – al suo tavolo consiglieri di Ppd, Plr, Lega-Udc-Ind., IaS e Verdi –, costituita lunedì sera e chiamata a confrontarsi sul tema: in agenda tutte “le necessarie audizioni”. E si comincerà proprio da una delegazione dei 246 alunni della Scuola media di Mendrisio, promotori di una petizione a sostegno del Centro giovani. Le loro sottoscrizioni, motivano i mozionanti, “non possono essere semplicemente ignorate”. E questo al di là delle polemiche che la modalità della raccolta firme ha suscitato dentro (e fuori) l’aula consiliare. L’intento, ci fa sapere uno degli autori dell’atto consiliare, Gianluca Padlina, è anche quello di sentire i giovani dei partiti o i genitori. L’impegno, insomma, è preso e la tabella di marcia già fissata: ci si attende che il Municipio della città possa pronunciarsi, indicando la sua rotta, “al più tardi entro tre mesi”. Dal canto suo la Commissione ad hoc dovrebbe presentare un rapporto (con i suggerimenti del caso) nell’arco di sei mesi. Poi toccherà, di nuovo, al Consiglio comunale dire la sua. Se la bilancia penderà dalla parte del Centro giovani, si saprà come (re)agire; se, per contro, la maggioranza consiliare darà pollice verso, nello spazio di due mesi si chiuderà la struttura. Resterà comunque un’uscita di sicurezza: l’esecutivo dovrà infatti definire un cambio di destinazione dell’ex Foft, convertendola in stabile amministrativo per riunioni ed eventi. Aspetto, quest’ultimo, che potrà essere posto in votazione popolare, nel segno della “necessaria legittimazione democratica”. Adesso ai commissari – Vera Bosshard, Flavio Foletti, Gianluca Padlina e Fiorenza Trento (Ppd), Ricardo Pereira Mestre, Niccolò Bordogna e Luca Pestelacci (Plr), Alessio Allio e Massimiliano Robbiani (Lega-Udc-Ind.), Daniele Stanga (IaS) e Andrea Stephani (Verdi) – non rimane che rimboccarsi le maniche.