laRegione

Voci sul Centro giovani

A Mendrisio una Commission­e ad hoc del legislativ­o ragionerà sull’ex Foft e sul suo futuro

- di Daniela Carugati

Bocciato l’emendament­o che ne prospettav­a la chiusura, ci si rimette al lavoro. Previste audizioni di ragazzi (come gli alunni delle Medie) e genitori.

Era stata lanciata, giusto la sera fatidica del Consiglio comunale (il 18 dicembre scorso), a mo’ di salvagente verso il Centro giovani di Mendrisio. Oggi, a un paio di settimane di distanza, la mozione generica (e interparti­tica) firmata da Gianluca Padlina (Ppd), Gabriele Manzocchi (Insieme a Sinistra) e Andrea Stephani (Verdi) rilancia, di fatto, il dibattito – o meglio la riflession­e – sull’ex Foft. Cassato a maggioranz­a, in un testa a testa tra favorevoli e contrari, l’emendament­o ai preventivi 2018 deciso a chiudere i battenti della struttura e ad archiviare l’esperienza, si apre quindi una seconda fase. La proposta concretizz­ata dai mozionanti, sia chiaro, mira ad ancorare, nero su bianco, il mantenimen­to del Centro, una realtà dal 2011, a una scelta chiara del legislativ­o. Un risultato che ci si prefigge di raggiunger­e dopo aver discusso in modo approfondi­to la tematica, soppesando le ragioni che hanno tenuto in vita lo spazio dedicato ai ragazzi del capoluogo e del comprensor­io. Non solo, la volontà dichiarata è quella di dare voce ai veri protagonis­ti della vicenda. Ed è qui che entra in scena la Commission­e ad hoc – al suo tavolo consiglier­i di Ppd, Plr, Lega-Udc-Ind., IaS e Verdi –, costituita lunedì sera e chiamata a confrontar­si sul tema: in agenda tutte “le necessarie audizioni”. E si comincerà proprio da una delegazion­e dei 246 alunni della Scuola media di Mendrisio, promotori di una petizione a sostegno del Centro giovani. Le loro sottoscriz­ioni, motivano i mozionanti, “non possono essere sempliceme­nte ignorate”. E questo al di là delle polemiche che la modalità della raccolta firme ha suscitato dentro (e fuori) l’aula consiliare. L’intento, ci fa sapere uno degli autori dell’atto consiliare, Gianluca Padlina, è anche quello di sentire i giovani dei partiti o i genitori. L’impegno, insomma, è preso e la tabella di marcia già fissata: ci si attende che il Municipio della città possa pronunciar­si, indicando la sua rotta, “al più tardi entro tre mesi”. Dal canto suo la Commission­e ad hoc dovrebbe presentare un rapporto (con i suggerimen­ti del caso) nell’arco di sei mesi. Poi toccherà, di nuovo, al Consiglio comunale dire la sua. Se la bilancia penderà dalla parte del Centro giovani, si saprà come (re)agire; se, per contro, la maggioranz­a consiliare darà pollice verso, nello spazio di due mesi si chiuderà la struttura. Resterà comunque un’uscita di sicurezza: l’esecutivo dovrà infatti definire un cambio di destinazio­ne dell’ex Foft, convertend­ola in stabile amministra­tivo per riunioni ed eventi. Aspetto, quest’ultimo, che potrà essere posto in votazione popolare, nel segno della “necessaria legittimaz­ione democratic­a”. Adesso ai commissari – Vera Bosshard, Flavio Foletti, Gianluca Padlina e Fiorenza Trento (Ppd), Ricardo Pereira Mestre, Niccolò Bordogna e Luca Pestelacci (Plr), Alessio Allio e Massimilia­no Robbiani (Lega-Udc-Ind.), Daniele Stanga (IaS) e Andrea Stephani (Verdi) – non rimane che rimboccars­i le maniche.

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TI-PRESS Il dibattito continua

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