laRegione

Dal Ticino al Parlamento di Roma?

- Di Abbondio Adobati, Melide

Il prossimo 4 marzo l’Italia voterà per eleggere la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, dando avvio alla 18a legislatur­a. Hanno diritto di voto e di eleggibili­tà anche i 5 milioni di per- sone iscritte all’Aire (anagrafe degli italiani all’estero). In totale sono eleggibili all’estero 12 deputati e 6 senatori, con il sistema proporzion­ale. In Svizzera gli iscritti all’Aire sono circa 400mila, dei quali 120mila risiedono in Ticino. Di questi ultimi, 44mila sono contempora­neamente cittadini svizzeri, per nascita o perché naturalizz­ati. Numerosi anche gli svizzeri che, avendo sposato una persona italiana, possono usufruire dell’opportunit­à di votare in base alla legge italiana. Fu il defunto ministro bergamasco Mirko Tremaglia a battersi con grande vigore affinché con la legge da lui portata in porto nel 2001, gli italiani residenti all’estero potessero votare per corrispond­enza, tramite i Consolati. Il territorio svizzero è parte della Circoscriz­ione Europa. Nelle elezioni del 2013 furono 3 gli eletti al Parlamento italiano che avevano la residenza in Svizzera: 1 senatore e 2 deputati. Mediamente sono solo il 12 per cento, gli italiani residenti all’estero che fanno uso del diritto di voto per corrispond­enza. Varie le ragioni. Una delle principali è dovuta al fatto che i Consolati dispongono di indirizzi poco aggiornati, per cui parecchie schede inviate per posta, ritornano al mittente. Il problema assume pure connotazio­ni politiche, siccome le schede ritornate potrebbero finire oggetto d’uso improprio. A differenza di quanto prevede la legge elettorale del Ticino per quanto attiene al voto per corrispond­enza, il documento elettorale che accompagna le schede di voto italiane, non dev’essere firmato dall’elettore, ma fa stato il relativo codice. Con il suo notevole numero di residenti iscritti all’Aire, il Ticino avrebbe buone probabilit­à di eleggere una persona qui residente. Neppure mancano potenziali candidati con le carte in regola per potercela fare. L’impegno che la carica di deputato o di senatore comporta è però gravoso e, per una persona attiva profession­almente, non è scelta da farsi a cuor leggero. Ad ogni buon conto per essere eletto, non bastano qualità e attitudini, occorre l’appoggio di strutture territoria­li come lo sono associazio­ni, partiti, sindacati. È necessario altresì il sostegno fuori i confini del nostro Cantone e della Svizzera. L’Ente territoria­lmente più presente in Svizzera sono le Acli (Associazio­ne cattolica lavoratori internazio­nali). Al Convegno sull’immigrazio­ne italiana in Svizzera, promosso lo scorso 10 dicembre a Locarno, dal Comites Lugano – Ticino (Comitato, degli italiani residenti nel nostro Cantone), il Console generale d’Italia in Lugano Ministro Marcello Fondi, ha dato risalto all’utilità che avrebbe la presenza di un eletto che vive in Ticino al Parlamento di Roma. In effetti i rapporti fra il Ticino e l’Italia sono profondi e fecondi per entrambe le parti. Con l’Italia il nostro Cantone coltiva naturali affinità culturali, mentre sono intense le rela- zioni umane ed economiche fra il nostro territorio e quello italiano di frontiera. All’obiezione che non sarebbe la presenza di un eletto residente in Ticino al Parlamento di Roma, ad essere determinan­te per gli interessi comuni, vale rispondere che provandoci, si potrebbe dimostrare se non il contrario, almeno l’utilità.

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