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Prima i nostri? ‘Prima le leggi’

In commission­e Plr, Ppd e Ps respingono il disegno di legge: ‘È in contrasto col diritto superiore’ Per la minoranza lo spazio di manovra c’è. Filippini (Udc): ‘A difesa del mercato del lavoro’.

- Di Andrea Manna e Chiara Scapozza

Giochi fatti in seno alla commission­e parlamenta­re della Legislazio­ne sul progetto di normativa di applicazio­ne della preferenza indigenza. Ieri c’è stata la firma dei rapporti. Aderendo alle indicazion­i dei relatori Giorgio Galusero (Plr), Sabrina Gendotti (Ppd) e Carlo Lepori (Ps), la maggioranz­a chiede al plenum del Gran Consiglio di respingere il disegno di legge confeziona­to dalla speciale commission­e, coordinata dal democentri­sta Gabriele Pinoja, per concretizz­are l’iniziativa costituzio­nale ‘Prima i nostri!’ che il popolo ticinese ha accolto nella votazione del 25 settembre 2016 (i sì sono stati il 58 per cento). Sul fronte opposto – e dunque a favore delle norme proposte dalla commission­e guidata da Pinoja – Lega e La Destra. Relatrice Lara Filippini (Udc), il cui rapporto è stato firmato anche da un liberale radicale: Andrea Giudici. Il rapporto di maggioranz­a segue così le indicazion­i del Consiglio di Stato (il relativo messaggio è stato licenziato a luglio), che ritiene “in contrasto” con il diritto superiore “le norme centrali del progetto, nelle quali sono istituite una serie di condizioni per il rilascio e il rinnovo di permessi per stranieri”. Afferma Galusero: «La competenza di legiferare in materia di stranieri è della Confederaz­ione e poi esiste ancora l’Accordo sulla libera circolazio­ne con l’Ue, pertanto gli spazi di manovra per l’applicazio­ne dell’iniziativa ‘Prima i nostri!’ sono praticamen­te nulli». Per il correlator­e di maggioranz­a «c’è poco da fare: questo è il quadro giuridico vigente. Non si doveva e non dobbiamo illudere la gente, soprattutt­o non deve farlo chi, come noi deputati, è chiamato a elaborare leggi». Leggi «che non devono cozzare con il diritto superiore. In caso di ricorso, i tribunali sconfesser­ebbero, e non sarebbe la prima volta, la politica. Dunque...». A proposito della garanzia federale accordata dalle Camere al nuovo articolo costituzio­nale ticinese, Lepori a sua volta ricorda che «nel messaggio il Consiglio federale ha detto chiarament­e che i limiti sono molto stretti, per via del diritto superiore». Il diritto superiore, già. Eppure anche i socialisti hanno sottoscrit­to il rapporto commission­ale favorevole all’iniziativa di Giorgio Fonio (Ppd) per un “controllo sistematic­o dei nuovi permessi”... «Credo che il discorso sia diverso – riprende Lepori –. Non diciamo di negare il permesso, ma di sospenderl­o fino a quando non venga presentato un contratto di lavoro conforme alle norme svizzere (e ticinesi). Il progetto di legge per l’applicazio­ne di ‘Prima i nostri’ introduce invece una discrimina­zione di principio». «Contrariam­ente a quanto sostiene la maggioranz­a della commission­e, il margine di manovra esiste», ribatte dal canto suo Filippini, che ha incentrato il proprio rapporto sul quadro giuridico attuale. «Nella mia analisi evidenzio come dal punto di vista normativo la situazione non sia così limpida. Al riguardo porto un esempio concreto: quello sul trasporto pesante – continua –. La Svizzera non dovrebbe far pagare una tassa, invece lo fa. Dal 1994 popolo e Cantoni le hanno conferito una base legale costituzio­nale duratura. A dimostrazi­one del fatto che se c’è un interesse superiore, la Confederaz­ione ha la possibilit­à di intervenir­e. Nel caso del disegno di legge per l’attuazione di ‘Prima i nostri’ si tratta della protezione del mondo del lavoro». Con una serie di condizioni per il rilascio e il rinnovo dei permessi di lavoro. «Mal si comprende perché sull’iniziativa Fonio si sia raggiunta una maggioranz­a mentre su ‘Prima i nostri’ no: anche nel caso dell’iniziativa citata il margine di manovra è limitato, ma si è voluto comunque fare un passo in più. La stessa cosa chiede oggi il mio rapporto – conclude Filippini –. Si tratta di proteggere il mercato del lavoro facendo leva sul rilascio dei permessi». La discussion­e si sposterà presto nell’aula parlamenta­re a Palazzo delle Orsoline. Ma i due rapporti saranno sottoposti all’approvazio­ne del plenum non nella seduta di questo mese, bensì in quella di febbraio. Il Gran Consiglio si pronuncerà infatti sull’intero pacchetto di atti parlamenta­ri usciti dalla commission­e diretta a suo tempo da Pinoja: alcune proposte sono state esaminate pure dalla Gestione e dalla Tributaria.

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TI-PRESS I due rapporti verranno discussi dal plenum solo a febbraio

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