Aragoste, il fischio del governo
Dal 1o marzo i decapodi (ordine di crostacei nel quale rientrano le aragoste) dovranno essere storditi prima di venire uccisi. Non sarà dunque più consentito immergerli nell’acqua bollente (dove emettono un fischio che ne segnala l’agonia); quelli vivi andranno mantenuti in acqua e non potranno essere trasportati sul ghiaccio. È una delle modifiche alle ordinanze nel settore veterinario decise durante la sua seduta di ieri dal Consiglio federale. Altre novità riguardano i cani. Chi li vende dovrà tra l’altro indicarne nell’inserzione indirizzo e provenienza, così da ostacolare la vendita di esemplari importati illegalmente. Inoltre chi allestisce manifestazioni con animali dovrà garantire che essi siano accuditi da persone competenti, si legge in una nota. Di mucche e affini si è invece occupata la Commissione economia e tributi del Consiglio nazionale (Cet-N). La Cet-N ha deciso (18 voti a 4 e 3 astensioni) di opporre un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare detta ‘per vacche con le corna’. Ha perciò elaborato un’iniziativa parlamentare: prevede che agli allevatori che decidono di non tagliare le corna agli animali – capre, mucche, tori, ma anche bisonti – va riconosciuto un contributo obbligatorio. Il Consiglio degli Stati, al pari del governo ha raccomandato a popolo e Cantoni di respingere l’iniziativa senza controprogetto. Secondo la comunità di interessi ‘Hornkuh’ (vacca cornuta), che ha promosso l’iniziativa popolare, i contadini dovrebbero venir indennizzati per i costi supplementari generati dalle bestie ‘cornute’. A loro parere privare determinati animali da reddito delle corna è contrario al benessere dell’animale.